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Politica

VICESINDACO MOVIMENTISTA

MASSIMO LODI - 15/04/2016

varese-2.0La campagna elettorale sotto il Bernascone è improntata al civismo. Tranne uno, il Pd, i partiti cercano di stare defilati, periferici, addirittura nascosti. I partiti della maggioranza locale, naturalmente. La Lega, Forza Italia, l’Ncd, la fu Udc. Il motivo è semplice: avvertono la presenza della delusione/disaffezione pubblica, dopo l’illusione/fascinazione del rinascimento liberal-autonomista promesso da Berlusconi e Bossi.

Il centrodestra che ormai quasi cinque lustri fa annunziò rivolgimenti epocali, ha cambiato poco o nulla. Non migliorando la città, e semmai peggiorandola. È risultato impari ad attese e sogni, fiducia e consensi. Ci han creduto in molti, a un rinnovamento indispensabile dopo attendismi, errori, guai giudiziari delle amministrazioni a guida alternativa di Dc e Psi. Ma le loro speranze si sono di seguito affievolite (1) e spente (2).

Meglio dunque, per i partiti, compiere un passo indietro e puntare su esponenti della società civile da insediare sullo scranno di borgomastro. Uno solo può permettersi il contrario, il citato Pd. Può perché è stato all’opposizione nelle sue diverse e precedenti forme, come Pds e Ds, e in quella attuale. Ma questo ruolo di minoranza, pur risultando utile a tenere accesa la fiammella della contestazione ai governanti che governavano lasciando spazio a obiezioni/critiche/proteste, non è mai apparso graffiante quanto il movimentismo civico nato nell’attuale legislatura. Le battaglie che hanno svegliato la coscienza bosina in sonno, e convinto il Pd ad aggregarvisi alzando la soglia del suo biasimare/disapprovare/demolire in Consiglio comunale, portano il nome d’un indiscutibile protagonista: Varese 2.0.

Ne han preso (lodevolmente) atto con tempismo proprio i democrats, che in previsione della nuova tornata elettorale si sono convinti dell’opportunità/necessità di tenere le primarie, aprendo alla partecipazione esterna. Cioè di Varese 2.0. È stata una scelta lungimirante, pragmatica, attenta alla sensibilità popolare. Ne è scaturita l’alleanza che, guidata dall’aspirante sindaco Galimberti, punta alla conquista di Palazzo estense.

Il programma dell’eventuale, futura gestione municipale di segno discontinuo rispetto al passato viene ad ogni ora arricchito d’apprezzabili dettagli, tuttavia ad essere determinanti (oltre e più degli obiettivi specifici cui s’intende mirare) saranno le persone investite di ruoli-cardine. In cima alla graduatoria spicca l’incarico di vicesindaco. Chiarire ante-voto chi lo riceverà post-verdetto è una scelta fondamentale. E non sussiste dubbio che per ragioni di ricompensa concreta verso l’opera disinteressata/benemerita svolta in favore della comunità; di riconoscimento simbolico di tanto adoperarsi a tutela del presente e del futuro bosino; infine di saggia utilità politica, ai fini del consolidamento della partnership odierna e dell’armonia operativa della possibile squadra assessorile del domani, l’investitura debba toccare al gruppo di cui è leader Daniele Zanzi. Più che il sunto di un’opinione, è la testimonianza dei fatti.

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