Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Politica

AL VOTO! AL VOTO!

MANIGLIO BOTTI - 15/04/2016

Coda ai seggi nel 1948

Coda ai seggi nel 1948

C’è molta carne al fuoco per il piatto della politica, nazionale e no. A cominciare dal referendum sulle trivellazioni in mare ormai quasi in corso e proposto da una decina di consigli di regioni litoranee (tranne però l’Emilia-Romagna che sarebbe la principale interessata) per continuare con le elezioni amministrative in molti Comuni che si terranno il 5 giugno prossimo. Ne sono coinvolte le più importanti città italiane (Torino, Milano, Roma, Bologna, Napoli…), e – per restare a casa nostra – anche Varese e Busto Arsizio.

Non sappiamo se e quanto il referendum (che raccoglie però opinioni pro e contro in senso trasversale ai partiti, oltre al fatto che essendo un referendum abrogativo per essere valido dovrà raggiungere il quorum della metà più uno degli aventi diritto al voto) potrà incidere sulla politica generale e locale. Di certo, qualche strascico per il premier Renzi l’avrà – qualsiasi sarà l’esito –, e forse in prospettiva e di riflesso – ma molto, molto di riflesso – anche per la politica locale. Perché poi, al giorno d’oggi, tutto si interconnette. Dentro e fuori della rete…

Ma per ciò che ci riguarda, a Varese, e lo diciamo – anzi lo ripetiamo da tempo – con una certa rassegnazione, le novità che ci sovrastano non sono moltissime. Ormai quasi in dirittura d’arrivo il sindaco uscente Attilio Fontana (due mandati, dieci anni…) traccia un bilancio del suo lavoro. Citiamo da un’intervista fattagli dalla Prealpina qualche settimana fa (almeno per ciò che attiene alle opere precipue realizzate (?) o da realizzare): “…Piazza Repubblica e il teatro, il più grande intervento di messa in sicurezza dell’Olona, il parcheggio multipiano di via Sempione, il grande piano della nuova illuminazione pubblica con sostituzione di migliaia di lampioni, i 400.000 euro per la sistemazione delle aree giochi in tutti i giardini, scuole e parchi, la riqualificazione del centro di atletica di Calcinate degli Orrigoni…”. E si potrebbe continuare, afferma il sindaco uscente. Ma meno male che non lo fa. Altrimenti, dovrebbe parlare di qualche parcheggio-bunker che per nostra fortuna gli è rimasto nel cassetto o nella testa. Compreso, anche se Fontana lo dà già quasi per fatto, il nuovo assetto di piazza Repubblica, che nella sua concretezza, basata sui denari che il Comune avrà infine a disposizione, è ancora tutto da scoprire.

Ordinaria manutenzione a parte, perché di straordinaria si fatica a vederne, chiunque sarà il prossimo sindaco che si collocherà sul massimo scranno di Palazzo Estense (restringiamo per ora il campo a Paolo Orrigoni candidato del centrodestra e a Davide Galimberti del centrosinistra, anche se gli altri candidati “civici” impegnati – Stefano Malerba, Andrea Badoglio, Francesco Marcello… – potranno giocare la loro partita e non da dietro le quinte) avrà il suo bel daffare. Così a occhio Attilio Fontana non lascia una grande eredità, a parte gli affetti ai suoi. Perché poi, come s’è sempre rivelato, è il partito (o il movimento) che detiene il sindaco a fare la storia. L’esempio delle primarie di Busto, dove è passato non un leghista verde ma un forzitaliota “azzurro”, Emanuele Antonelli, nonostante le sponsorizzazioni “avverse” di Salvini, qualcosina dovrebbe pure insegnare ai bosini, che hanno sempre fatto altre scelte.

I varesini, com’è ovvio – è il sale e il pepe della democrazia –, decideranno da soli, saranno giustamente loro a considerare se nei dieci anni trascorsi il leghista Attilio Fontana (e la Lega con lui) ha dato un suo positivo imprinting alla città e se le sue considerazioni di bilancio sono significative, mettendo dunque il suo successore di centrodestra (ancora di ispirazione leghista, almeno ufficialmente) nelle condizioni di lavorare sul velluto. Ma sarebbe invece il caso di pensare anche ai tredici anni precedenti, alle gestioni dei sindaci Aldo Fumagalli e al precursore, in quei tempi lontani, Raimondo Fassa.

La domanda, dunque, è se in questo quarto di secolo, dopo la Götterdämmerung demosocialista della fine degli anni Novanta, quando Paolo Orrigoni frequentava le medie (ma anche Galimberti…), la Lega sia stata capace di rivoltare la città come un calzino. Tanto almeno prometteva agli inizi, un quarto di secolo fa.

Ed è questa la risposta che, in buona fede, dovrà dare tra un mese e mezzo il bosino elettore. Se cioè il vecchio calzino biancorosso, magari con qualche bucherello, sia stato rivoltato o non piuttosto, come pare, sostituito con uno verde già consunto e magari nemmeno lavato prima dell’uso.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login