L’ultimo efferato atto terroristico del fondamentalismo sunnita ha colpito proprio nel giorno di Pasqua con la strage del parco giochi di Lahore, in Pakistan, dove le vittime sono state più di 70, in buona parte donne e bambini, ed i feriti più di 300. Il gruppo Jamaat-ul-Ahrar, legato ai Talebani, ha rivendicato l’attentato, affermando che l’obiettivo era rappresentato dalle famiglie di cristiani, che stavano festeggiando la Pasqua in quel luogo.
I cristiani in Pakistan avevano già subito negli ultimi anni altri gravi attacchi terroristici, come quello perpetrato nel 2013 davanti ad una chiesa di Peshawar, che causò 60 morti. Ma anche gli sciiti hanno rappresentato un bersaglio del terrorismo talebano, basti ricordare il recente attentato della moschea di Shia, che ha causato la morte di altrettante persone.
Come il Papa ci testimonia, non possiamo restare indifferenti di fronte a questi bambini maciullati, a queste madri e padri straziati dal dolore, un dolore che ci riguarda, anche se il teatro di questa tragedia non è Parigi o Bruxelles.
Una domanda sorge nel cuore: che ne sarà di loro, che ne sarà di noi? Come si chiedeva San Paolo: “Chi ci salverà da questa condizione di morte ?” Don Giussani commentando le sette frasi pronunciate da Gesù in croce ha scritto (1):
“Da quando Cristo è stato inchiodato a una croce e ha gridato Padre, perché mi hai abbandonato ? - che è il grido di disperazione più umano che si sia mai sentito nell’aria della terra – e poi ha detto Perdona loro perché non sanno quello che fanno, e infine ha gridato Nelle tue mani affido il mio spirito, da quel momento, da quando quell’uomo è stato messo, stirato e inchiodato, sulla croce, la parola sacrificio è diventata il centro, non della vita di quell’uomo, ma della vita di ogni uomo. Il destino di ogni uomo dipende da quella morte….La croce di Cristo ha rivelato, da una parte, il dominio che il sacrifico ha sulla vita di tutti gli uomini; dall’altra, che il suo significato non è necessariamente negativo, anzi è misteriosamente positivo: è la condizione perché gli uomini raggiungano il loro destino: con la tua croce hai salvato il mondo, con la tua croce, o Cristo, hai salvato il mondo”.
Solo questo paradosso può permetterci di guardare in faccia tutto il male ed il dolore nostri e del mondo intero senza perdere la speranza.
(1) dal libretto che accompagna il CD della collana Spirto Gentil “Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce” di Joseph Haydn.
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