Sport

CICLISMO AL VIA

ETTORE PAGANI - 25/03/2016

Greg Van Avermaet alla Tirreno-Adriatico 2016

Ricomincia a fendere l’aria il fruscio delle due ruote sull’asfalto. Un suono dolce per i tifosi del ciclismo a deliziare orecchie rimaste un po’ sorde nel periodo invernale sempre pronte al richiamo. Il fiato alle trombe è stato dato – come da programma – dalla Tirreno-Adriatico una classica bivalente utile, cioè, per dare vetrina a quanti nella preparazione si erano maggiormente impegnati e ad un tempo a tastare il polso di tutti quanti presentatisi al via. Una corsa che soprattutto per questi motivi ha sempre il suo fascino fornendo indicazioni tutte da rivedere ma non prive di interesse. Ma anche sotto il profilo paesaggistico fatto da quella linea traversale dello stivale tricolore.

 Sotto esame particolare non potevano che essere i nomi più noti.

Una corsa – questa Tirreno-Adriatico – che ha visto il sempre brillantissimo Peter Sagan costretto a rinunciare al successo finale per un solo secondo di svantaggio su Van Avermaet assicuratosi la vittoria finale.

E dai due mari al terzo: quello Ligure, a contendere la bellezza di un paesaggio alla gara che l’aveva preceduta. Paesaggio stupendo – e non è una novità – per il pubblico ma non certo per i corridori impegnati in una corsa sfrenata – soprattutto nel finale, con una serie di tentativi senza fortuna – e conclusi dal successo in volata di Arnaud Demare che ha portato alla vittoria in questa classicissima i colori francesi che da 26 anni ne erano stati digiuni.

Tra l’una e l’altra le due prove hanno assicurato un certo dato: quello di una generalità di eccellenti condizioni di tutti i principali protagonisti del ciclismo attuale.

Parrebbe, insomma, che il buon giorno possa vedersi dal mattino.

Anche se – quanto a risultati – dai nostri, rimasti all’asciutto, un po’ più di calore non sarebbe certo guastato.