Com’è difficile lavorare per un’associazione che si occupa dell’ambiente… Tengo a Informare i lettori dei contenuti di uno scambio epistolare che ho avuto recentemente con il presidente del Consiglio comunale di Busto Arsizio. Ciò per rendere evidente la difficoltà del lavoro sociale che è chiamata a compiere un’associazione ambientalista che svolge un’attività nell’interesse dei cittadini e che è riconosciuta dallo Stato Italiano.
Avendo letto su di un quotidiano di Varese la lettera di un cittadino che lamentava la mancanza di risposte da parte del comune di Busto Arsizio, ho scritto al presidente del Consiglio comunale di detto Comune per chiedergli di dar vita ad un dibattito consigliare rivolto alla corretta applicazione del Decreto numero 33 del 2013… Occorre che ci sia sempre una necessaria trasparenza della pubblica istituzione.
Questo – della necessità, perciò, di rispondere entro 30 giorni dal ricevimento di una comunicazione ai sensi anche della Convenzione di Arhus – è un dovere civico. Quello di rimanere muti non rientra nei diritti di una maggioranza consiliare.
Mi sono adoperato del caso proposto dal cittadino, perché ho rivisto in quello che lui sosteneva quanto soffre l’associazione Amici della terra Varese, di cui sono il rappresentante legale, che nel 2015 ha inoltrato alle Pubbliche istituzioni molte lettere che giacciono senza riscontro.
La mancanza di una risposta nei 30 giorni dal ricevimento di una lettera, la interpreto più che un segno di una volontà di non rispondere, la manifestazione di una insufficiente gestione amministrativa.
Il presidente del Consiglio comunale del Comune di Busto Arsizio mi ha prontamente risposto, asserendo che quanto da me richiesto non trovava fondate giustificazioni e non era “accoglibile”. Egli scriveva, infatti, che per quanto gli consta: “L’Amministrazione Comunale osserva in maniera tassativa le disposizioni del Decreto n. 33/2013; per cui qualora vi fossero rimostranze a tal proposito i Consiglieri potranno avvalersi delle facoltà loro consentite dal Regolamento per il Funzionamento del Consiglio. Nella ipotesi che le rimostranze siano di più ampio coinvolgimento, i Cittadini e/o le Associazioni, come nel caso di specie, potranno avvalersi di quanto previsto al titolo III dello Statuto Comunale, recentemente rivisitato ed approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 95 del 29 Ottobre 2015”.
Al presidente ho risposto che la normativa cui mi sono appellato, è la legge statale che attua una Convenzione internazionale. La Comunità Europea sancisce poi dei diritti tassativi per quanto riguarda i diritti di comunicazione. Gli ho quindi scritto che non risultandomi che una deliberazione comunale possa mutare quella di un ente superiore, ciò mi sembra motivo perché il Comune abbia a cambiare il proprio provvedimento perché palesemente inadeguato.
Secondo la mia opinione sarebbe pertanto conveniente che, come gli ho chiesto, attui quanto da me proposto. Alla mia lettera non è giunta più risposta.
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