L’Unione Internazionale dei Parlamenti (UIP) ha rilevato in un suo rapporto pubblicato l’8 Marzo una deludente bassa partecipazione delle donne nei Parlamenti del mondo. La rappresentanza parlamentare delle donne è aumentata solo dello 0,5 per cento nel 2015. Anche se le donne rappresentano attualmente il 22,6 per cento dei membri dei Parlamenti (MPS) – la più grande proporzione in tutta la storia – il progresso di crescita della presenza femminile ha subito un rallentamento dal 2013, quando si era registrato un aumento dell’1,5 per cento. C’è una necessità urgente di soluzioni creative e di un cambiamento di mentalità per raggiungere la piena ed effettiva partecipazione delle donne e la pari opportunità per la leadership a tutti i livelli nel processo decisionale.
Secondo il rapporto della UIP, la regione Asia-Pacifico ha sperimentato la più grande stagnazione, registrando solo un aumento del 0,1 per cento nel numero di deputati donne, a seguito di una diffusa discriminazione e di pregiudizi nei loro confronti in politica. In Myanmar, dove il premio Nobel Aung San Suu Kyi ha guidato la campagna per la presidenza nel 2015, le 800 donne che correvano per il Parlamento hanno subito vessazioni, con i loro manifesti elettorali strappati e denigrazioni continue sulla stampa. Molte sono state costrette al ritiro dai familiari. In altri paesi, la violenza politica ha dimostrato di essere un’ulteriore sfida per la partecipazione parlamentare delle donne. Durante le elezioni nigeriane nel 2015, numerose appartenenti a partiti, sostenitrici e elettrici sono state uccise. Ci sono state anche segnalazioni di compravendita dei voti e false dichiarazioni dei risultati, che hanno penalizzato fortemente l’inclusione delle donne in politica, che alla Camera bassa della Nigeria hanno conquistato solo il 5,6 per cento dei seggi.
Tuttavia, il numero di donne “capigruppo” o “speaker” è aumentata a livello globale: il 17,9 per cento di tutti i portavoce sono donne. Namibia, Nepal e gli Emirati Arabi Uniti hanno addirittura compiuto una svolta storica rispetto alla loro tradizione, eleggendo la loro prima donna Speaker alle Camere. Nelle Americhe, il numero di deputati donne è aumentato dello 0,8 per cento (al 27,2 per cento), il più alto di tutte le regioni del pianeta. Suriname ha fatto i progressi più significativi, con un incremento di 15,7 punti percentuali in rappresentanza femminile. In Canada, il primo ministro neoeletto Justin Trudeau ha nominato il primo governo del Paese a parità di genere.
Sembrerà un po’ fuori coro questo modo di riflettere per ricordare la Festa della Donna appena trascorsa, ma occorre abbandonare la retorica venata di consumismo che accompagna la celebrazione un po’ distratta della ricorrenza, per sottolineare quanto la partecipazione delle donne a tutti i livelli e il rafforzamento dei loro movimenti si confermi come l’aspetto di più ampia prospettiva e di maggiore speranza per la cura della specie umana sul pianeta e per la pace nel mondo.
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