Sì al marchio… Approvo la proposta dell’Assessore alla tutela ambientale del Comune di Varese che ha lanciato il segno Città giardino per illustrare i suoi prodotti aventi una vocazione ambientale.
Non si voli basso e non si agisca solo nel ristretto ambito dei limiti comunali. Il Comune capoluogo deve fare e può fare molto di più. Vorrei, così, allargare la portata, di quanto avanzato dall’assessore, chiedendo di essere sentito dallo stesso.
In questo brand (che, dovrebbe essere un simbolo di qualità) sono da ricomprendersi tutte le produzioni fatte nell’area varesina, da quelle industriali a quelle culturali). Questa iniziativa poi deve essere trasmessa alle persone di tutta l’area varesina.
È fondamentale che ogni varesino possa possedere il simbolo della città capoluogo (e della sua area), così da potersi sentire proprietario, conservatore e valorizzatore delle sue bellezze storico, culturali e artistiche e soprattutto delle sue pratiche, in ossequio della Costituzione italiana.
Questo simbolo deve poter rappresentare un marchio di qualità anche da riconoscersi in ambito internazionale. Questo potrebbe invogliare il cittadino a conoscere e a studiare le diverse ricchezze varesine e aiutare il palazzo a realizzare l’eco-museo del territorio.
Dell’importanza del brand avevo già detto a maggio 2015 in una lettera inviata a diversi sindaci dei Comuni del territorio varesino, affermando come l’area varesina se lo meriterebbe, in virtù, non soltanto di quanto sopra, ovvero dei quattro siti Unesco di cui può fregiarsi (Sacro Monte di Varese, Castelseprio, Monte Orsa, Isolino Virginia). Dispone, anche, di tante altre eccellenze, oltre a quelle più internazionali tra cui: Villa Panza, la Scuola europea, lo Jrc di Ispra, la caserma Nato di Solbiate, senza tralasciare naturalmente i prodotti tipici e le tante presenze leisure tra cui il Volo a vela e i numerosi campi da golf e così via.
Il territorio non è allora maturo per potersi anche fregiare di un proprio brand? Ritengo proprio di sì. Anzi ne sono convinto. Chiederò quindi all’assessore di essere il protagonista di azioni distinte:
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