La Vita Consacrata è chiamata ad esprimere, sull’esempio di Gesù di Nazareth, la totale donazione della persona umana a Dio, ponendo Dio al primo posto e impegnandosi ad amarlo con amore totale e esclusivo.
Allo stesso tempo la Vita Consacrata comporta una piena dedizione ai fratelli. L’esempio di Gesù è per i consacrati vocazione al servizio dei più poveri e bisognosi, “a prendersi cura dell’immagine divina deformata nei volti di fratelli e sorelle, volti sfigurati dalla fame, volti delusi dalle promesse politiche, volti umiliati di chi vede disprezzare la propria cultura, volti spaventati dalla violenza quotidiana e indiscriminata, volti angustiati di minorenni, volti di donne offese e umiliate, volti stanchi di migranti senza degna accoglienza, volti di anziani senza le minime condizioni per una vita degna” (Vita Consecrata, 75).
Di tanti religiosi e religiose che abbiamo conosciuto nell’arco della nostra vita, abbiamo tutti qualche ricordo particolarmente vivo… Tanti gesti d’amore e iniziative di carità verso le persone più deboli e fragili hanno lasciato una traccia nelle nostre comunità. Tutti ricordiamo il volto concreto di una suora o di un frate che ci hanno accompagnato nel cammino di formazione e di catechesi e siamo rimasti affascinati dalla testimonianza diretta di missionari e missionarie che fin da giovani hanno lasciato la loro terra per portare il vangelo nei paesi più poveri.
Davvero la Vita Consacrata è essenziale alla vita, al ministero e alla santità della Chiesa, perché i consacrati sono “conformati a Cristo vergine, povero, obbediente”. Anzi compito peculiare della Vita Consacrata è di tener viva nei battezzati la consapevolezza dei valori fondamentali del Vangelo, anticipando la bellezza del Regno di Dio. Offrire uno stimolo, un richiamo, un aiuto alla santità è la funzione fondamentale, esaltante e insostituibile della vita consacrata. La Chiesa tutta ha bisogno dei consacrati! La loro presenza non solo è gradita e apprezzata, ma necessaria.
Con tutti i consacrati ringraziamo il Signore per il dono inestimabile della vocazione. È un dono grande, immeritato, assolutamente gratuito, che è segno di predilezione da parte del Signore.
Allo stesso tempo sentiamo il bisogno di aprire il proprio cuore alla misericordia del Signore, implorando il suo perdono per tutte le insufficienze e inadempienze dovute alla fragilità della natura umana. Invochiamo da Dio e scambiamoci a vicenda la grazia del perdono per le colpe commesse, e chiediamo di essere risanati in tutte quelle ferite lasciate aperte dalla non piena adesione all’amore di Cristo.
È bello anche – in una circostanza significativa come questo “anno”, al pari del rinnovo periodico delle promesse – confermare l’impegno di obbedienza al Vangelo, alla voce della Chiesa, alla loro regola di vita; il proposito di vivere con sobrietà e austerità, per vincere l’ansia del possesso mediante la grazia del dono; la scelta di custodire con amore la castità del corpo e la purezza della mente per la gloria di Dio e la salvezza dell’uomo.
Maria ravvivi in tutti i cristiani – fedeli laici, sacerdoti, consacrati – il dono della speranza, perché siano coraggiosi testimoni e messaggeri della ‘buona notizia’, nella gioia di servire Dio e i fratelli.
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