Alla luce dei risultati delle primarie del centrosinistra dello scorso 13 dicembre, avevo già espresso una mia convinzione: il movimento civico Varese 2.0 risulterà determinante per far vincere questa primavera la coalizione con Davide Galimberti candidato sindaco.
Determinante non solo in termini di voti che saremmo in grado di catalizzare, ma anche e soprattutto in termini di novità propulsive e di contributo di idee originali per un nuovo governo della città.
Il civismo oggi a Varese è sulla bocca di tutti, molti se ne appropriano, vorrebbero averne l’esclusiva – “io sono più’ civico di te” -; anche chi, fino a ieri, aveva passato una vita solo nelle stanze dei bottoni e nel mantenere il potere a tutti i costi, sembra convertito al nuovo credo sulla via di Damasco. Tutti oggi parlano e si presentano come civici; disegno forse pensato per inflazionare il termine, per fargli perdere di significato e confondere le idee. Anzi, in alcuni casi posso sospettare che sia questo proprio il gioco: banalizzare le idee, confondere i potenziali elettori.
Di sicuro Varese 2.0 non corre questo rischio ed è anche per questo che su di noi si è levata una campagna sistematica di attacchi frontali, insinuazioni, fatti inventati, esposti-denunce surrettizi che non hanno fatto altro che darci al contrario maggiore forza e identità.
Siamo stati gli antesignani. Fin dal 2008, in epoche non sospette, quando non vi erano traguardi elettorali in vista, abbiamo cercato con la nostra azione di stimolare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Un’opera che ci deve essere riconosciuta, un’ azione meritoria in anni in cui invece gli esempi che venivano dall’alto facevano di tutto per disincentivare la partecipazione dei cittadini alla vita politica; progressivamente e costantemente il varesino si era ritirato nel personale, nell’ astensionismo, nel non voto, nel tutti a casa tanto sono tutti uguali.
Ad arte alcuni, certo interessati o a corto di argomenti, vogliono dare al termine civismo semplicemente il significato di non appartenenza ad alcun partito; si vogliono mescolare così le carte e gettarla nell’apartitismo e nell’antipolitica. Il civismo ridotto ad una sorta di Movimento dell’Uomo Qualunque di gianniniana memoria che tanti consensi incanalò negli anni ‘ 50.
Chi la pensa così sbaglia: ho sempre inteso il civismo come qualcosa non di anti, ma semmai di disomogeneo all’ attuale modo in cui la politica è praticata e che di fatto ha portato tanti cittadini ad auto escludersi dalla partecipazione attiva e a concedere deleghe in bianco a chi sapeva o voleva approfittarsene.
Civismo vuol dire per alcuni la spasmodica ricerca di una “personalità” di spicco, scelta non certo per le proprie posizioni o idee (per altro tenute fino all’investitura pilatescamente nascoste), ma con funzione di acchiappavoti, messo li a mo’ di vernice per coprire il fallimento di un decennio di non amministrazione.
Varese 2.0 sarà determinante invece per fare vincere la coalizione con Davide Galimberti Sindaco. Abbiamo volutamente partecipato alle primarie perché ne abbiamo capito l’ importanza e la necessità di confrontarci con potenziali alleati e rinsaldare quello che sarà un nuovo modo di governare.
Andremo a governare Varese e saremo per i varesini la reale garanzia, all’ interno della coalizione, che molte cose cambieranno e che una sicura discontinuità sarà attuata a Varese.
La nostra presenza, la nostra lista, alla cui composizione stiamo lavorando, rappresenterà il pungolo per i nostri alleati a svincolarsi da logiche, sempre presenti, di clientelismo, di equilibri tattici e di compromessi a scapito degli interessi reali dei cittadini.
Il nostro è l’ unico e vero movimento civico con una propria identità trasversale e sarà, per sua stessa natura, indisponibile al compromesso e impegnato a dare risposte ai varesini alle loro legittime necessità concrete, quelle di tutti i giorni anzitutto. I grandi progetti, le opere annunciate e mai realizzate cui la fallimentare Giunta Fontana ci ha abituato, verranno poi, se ve ne saranno le premesse; non vogliamo creare debiti sulla pelle dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Faremo vincere la nostra coalizione perché sapremo aggregare i tanti varesini che ci riconoscono come gente concreta e credibile anche per quello che abbiamo fatto nella nostra vita professionale.
Varese 2.0 sarà la migliore garanzia che nella coalizione sarà rappresentato il vero e genuino senso del civismo.
Ecco perché sin da ora vogliamo, nel segno della discontinuità, che i varesini sappiano quale sarà la squadra che li governerà. Non aspetteremo i numeri elettorali per pesare o far pesare presenze; no, da aprile i varesini che voteranno centrosinistra sapranno che il loro sindaco sarà il signor Galimberti, il vice sindaco il signor tizio, l’ assessore alle opere pubbliche il signor sempronio. Al di là e al di sopra delle percentuali elettorali che ciascun gruppo saprà raccogliere, ci interessano le persone e le loro competenze, non certo gli equilibri politici, i pesi delle parti o le spartizioni. Mai e poi mai!
Nessuna spartizione, ricatto, o do ut des. Le cariche nelle municipalizzate, negli enti saranno azzerate; mai più gestioni clientelari basate sulle appartenenze, ma solo sulle competenze.
Interventi mirati su quelle piccole cose che però fanno la differenza: manutenzioni, decoro, sicurezza senza allarmismi o razzismo; ascolto di tutti senza distinzione di religione, sesso, censo, cultura; mai più decisioni prese da lobbies, nei salotti che contano o nelle cricche più o meno segrete.
Questa sarà la nostra rivoluzione civica; sono sicuro che tanti varesini saranno con noi.
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