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Parole

DUECENTO BUONE AZIONI

MARGHERITA GIROMINI - 19/02/2016

La raccolta delle “buone azioni” a Congresbury

La raccolta delle “buone azioni” a Congresbury

In tempi di uso e abuso dell’inglese, mi concedo un sonante “benchmarking”. In economia il termine definisce la metodologia basata sul confronto sistematico tra aziende che le spinge a comparare tra loro le migliori pratiche dell’uno e dell’altro e a “copiare” quelle con cui elevare i propri standard.

Bene, allora suggeriamo alla nostra città di copiare ciò che ha fatto la piccola comunità di Congresbury, contea del Somerset, venti minuti di taxi da Bristol, Inghilterra. Un anno fa il pastore anglicano aveva lanciato una sfida ai suoi fedeli in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni della fondazione del loro villaggio: compiere 800 buone azioni! Non poche, considerato che gli abitanti sono circa 3500, vale a dire una buona azione ogni 4 abitanti, un bell’impegno!

Primo gradino del benchmarking: per analogia con Congresbury, a Varese toccherebbero 200 buone azioni su 89.000 abitanti, però da compiersi nei restanti quattro mesi che ci separano dal 6 luglio, data in cui Varese festeggerà la propria elevazione a città da parte dell’Impero Austroungarico. Un impegno importante, certo, ma non impossibile.

Tutto sta allora nel definire il concetto di buona azione, e nello stilare un conseguente elenco di possibili atti da suggerire ai cittadini. Semplice? Non proprio, ma ci si può almeno provare.

Applicare la tecnica del benchmarking sopra citato, cioè informarsi sulle categorie di buone azioni compiute dai timorati residenti a Congresbury, ci servirà a fare due conti e a capire se possiamo farcela anche noi.

Trascrivo alcune buone pratiche desunte dall’elenco, stilato a posteriori, dal pastore di Congresbury: aiutare un anziano a fare la spesa, lavare la macchina del vicino, riverniciare le panchine pubbliche, regalare un cappotto a una persona che non ne ha, trasportare con un furgone cibo e vestiti ai rifugiati che a Calais attendono di raggiungere il Regno Unito, dare da mangiare ai poveri, raccogliere abiti usati da ridistribuire ai poveri, organizzare un servizio di taxi per i meno abbienti, regalare i biglietti del cinema per la visione di Guerre Stellari ai ragazzi delle famiglie meno fortunate, pagare le spese del veterinario per il cane al vicino in difficoltà economiche, cucinare il tacchino per tutti durante le feste e distribuire gratis le porzioni, aiutare un anziano a scaricare il carrello della spesa sull’auto, farsi carico degli addobbi all’unico albero di Natale nella piazza del paese, consegnare la spesa a casa, fare compagnia a un ammalato, portare a spasso il cane del padrone influenzato, riparare la vecchia auto dell’anziano dirimpettaio, offrire il caffè a un conoscente che sta dietro di noi nella coda per la cassa …

L’elenco è davvero lungo, e servirebbe un sacco di tempo anche solo a farlo scorrere: 859 buone azioni raggiunte, con un surplus di 59!

Che cosa hanno fatto di così speciale gli abitanti di Congresbury da meritarsi l’appellativo di paese più gentile del mondo lo possiamo sapere con precisione perché l’intraprendente pastore ha invitato i fedeli a registrare le proprie azioni su apposite schede, per poi consegnarle alla chiesa di Sant’Andrea, consacrata nel 1215, o inviarle per mail alla parrocchia.

Sarebbe bello se noi varesini fossimo disposti a copiare il modello di comportamento degli amici inglesi, mettendo in campo una gara di solidarietà intelligente, finalizzata a migliorare le nostre abitudini, a solidarizzare un po’ di più, a chiederci di che cosa potrebbe avere bisogno il nostro vicino di casa o il compagno di lavoro, o un lontano parente.

Sarebbe un bel gioco dal sapore rodariano (da Gianni Rodari, giornalista e scrittore per l’infanzia, di origini varesotte), fantasticare sul “che cosa succederebbe se …”.

Se un architetto regalasse un progetto di immediata fattibilità, un avvocato patrocinasse gratuitamente una causa, tanti insegnanti in pensione si offrissero di seguire nei compiti i ragazzini che stanno soli il pomeriggio (qualcuno già lo fa, ma le forze non bastano!), se un imbianchino ripulisse la tal scuola che è in pessime condizioni, se un falegname ne riparasse le tapparelle da troppo tempo rotte; se un libraio regalasse libri alla biblioteca del rione in affanno da tanto tempo, se un panetterie regalasse la torta per la festa di un bambino che compie gli anni ma non può permettersi di fare inviti.

Altrettanto nobile sarebbe se un politico si impegnasse a istituire una borsa di studio per studenti meritevoli, intaccando solo in minima parte i propri vitalizi; se un altro, sempre un politico, si offrisse di pagare per una scolaresca i costi di un’uscita didattica più costosa del solito; se un industriale varesino, tra i tanti, si spendesse per un gratuito gesto concreto di affetto e riconoscenza verso la sua città …

Varese, la città più gentile di … Lombardia?

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