Re Bosino, che ha tenuto le chiavi della città di Varese per la settimana di Carnevale si è schierato con la maggioranza del Consiglio Comunale di Varese. Non ci sono state le primarie; non si sa di consultazioni e commissioni comunali per un’elezione condivisa; nulla trapela di accordi sanciti a Milano, frazione di Varese, per un Re Bosino gradito ad entrambi, Raffaele Cattaneo e Roberto Maroni. Noi bosini doc ce lo siamo trovato eletto, punto e a capo. Amen.
Il proclama, letto dal balcone di Piazza Podestà, come la storia cittadina ci ricorda e a conferma che “la storia si ripete sempre”, è stato entusiasmante e scoppiettante.
Letto in dialetto bosino con la traduzione simultanea in quattro lingue straniere (marocchino, romeno, cinese e bustocco ), era atteso dopo che le solite indiscrezioni avevano dato per certo che i temi affrontati riguardo la città di Varés, sarebbero stati attualissimi e trattati in modo inusuale; del resto è o non è sempre Carnevale?
Sotto il balcone dove già si era affacciato Giuseppe Garibaldi nel 1859 ma anche Umberto Bossi, le majorette, in costume bianco e rosso, calze a rete nere, tacchi a spillo, tutte coperte da capo a piedi col burka, cantavano arie famose: da “Reginella campagnola” a “Come porti i capelli bella bionda”, da “ Piemontesina “ a “Daghela ben biondina”, come sempre l’arietta più apprezzata.
Non è stato intonato l’inno di Mameli, nessuno ha protestato, lontani da Villa Recalcati.
Il proclama non poteva ignorare i problemi che da oltre vent’ anni investono la comunità varesina ma anche il fatto che si avrà un primo Gay Pride a Varese, il prossimo 18 giugno, non poteva esser taciuto. Ci è parso di capire che Re Bosino, parlando di “uregiuni foeura di ball”, sia velatamente contrario all’iniziativa, ma la proposta è ghiotta ed è occasione per dimostrare che Varés non è una località occupata da vecchi ottusi ma che è aperta alle nuove istanze. Arcigay, finalmente tornata ad operare in Varese, spera in un successo e nella presenza di tanti etero per una battaglia alla fine perfino ridicola, visto che tutta Europa, ad esempio, sulla legge delle unioni civili ha provveduto da decenni e ci chiede di farlo anche nella nostra Italietta.
Chi scrive, geneticamente radical ma tradizionalista indefesso in materia sessuale, in vista del Gay Pride, dopo il fallimento di costosissime cure ormonali per cambiare “registro” e diventare gay, dopo lustri di onorato e plurimo servizio etero, sta tentando nel breve periodo, fino al 18 giugno, una cura intensiva di tisane di finocchio. Del resto, come diceva Darwin, se non ci si adegua ai cambiamenti si finisce per soccombere. Vedremo.
Re Bosino ha accennato al lago e quindi anche alla montagna. Ribaltando l’annosa idea del resgiù Caravati che prevedeva lo svuotamento del lago di Varés, lo scavo per la pulizia dei fanghi tossici sul fondo e quindi il nuovo riempimento alimentato dal copioso scarico delle acque nere, la fogna dei privati, che da sempre scaricano impuniti, il Re Bosino ha dato due soluzioni interessanti. La prima prevede entro giugno 2016 l’installazione di una enorme cinghia di trasmissione dalla vetta delle Tre Croci fino al lido di Schiranna. Il progetto promuove il riempimento del lago di Varese con la roccia, roccia fatta saltare con la dinamite, e portata alla Schiranna con l’ausilio di detta cinghia di trasmissione.
Vanda Oniris, titolare di un’agenzia per il turismo del tradatese ha subito lanciato un’idea originale: nei giorni festivi la cinghia potrebbe essere sfruttata come scivolo per i più piccini, per un rilancio anche turistico del lago e della montagna varesina. Il progetto prevede grandi lavori, come sempre. Si opera per il riempimento del lago ma dal livellamento delle Cime del Campo dei Fiori si otterrebbero naturalmente posti auto, circa 6472 (quattro riservati ai disabili, ma solamente a quelli che guidano il Suv), questa volta non interrati come quelli alla Prima Cappella. La proposta del parcheggio potrebbe andare in votazione entro fine mese al Consiglio direttivo dell’Ente Parco Campo dei Fiori, sempre che non sorgano problemi di conflitto di interessi tra i componenti dello stesso.
Il lago de Varés svuotato di acque nere e riempito di terra e di sassi macinati potrebbe essere finalmente fonte di nuove possibilità di reddito. Re Bosino ne propone due. “Fa sù di bei cundumìni dalla Schirana a Gavirà” oppure “ Piantà giò muruni par fa l’uga, o di piant de banan parchè tra cinquant’ann saremm al cald cum’è in Africa”. Insomma, opteremmo noi per delle coltivazioni biologiche a chilometro zero e senza parcheggi.
Ecco, questo progetto di Re Bosino mostra un chiaro piano industriale che guarda lontano lontano: l’Africa.
La seconda soluzione pare a noi impraticabile. Re Bosino chiede ai varesini e varesotti di Gavirate e Oltrona di non usare i cessi per tre settimane per poter alleggerire gli scarichi verso il lago. Chi abita a Varés oltre lo spartiacque, Valle Olona e San Fermo, non avrebbe problemi ma gli altri non possono sobbarcarsi spese di trasferta per bisogni seppur primari. La proposta è comunque originale, spostiamo così il problema a valle, verso il bustocco. Re Bosino ha detto qualche battuta anche sull’unificazione delle due stazioni ferroviarie di Varese, sul sicuro completamento dell’Ospedale Del Ponte, almeno per quanto ciò che è strettamente legato alla nomina dei primari e delle presidenze; sull’intasamento automobilistico della Pedemontana; sui parcheggi auto a Villa Augusta, Villa Mylius, Villa Ponti, Giardini Estensi, e del multipiano di Via Sempione, finalmente funzionante da settembre 2015. L’attesa non è stata vana: anche sulla Caserma Garibaldi Re Bosino non ci ha deluso; ha suggerito di attendere ancora un pochino prima di dare una definitiva destinazione d’uso alla stessa. Re Bosino si è detto più che mai convinto che sia utile attendere l’abrogazione della legge Merlin per fare nel cuore de Varés il più avanzato e funzionale “Centro Commerciale” della Lombardia Nord ovest.
Applausi convinti dei presenti.
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