Tutto è relativo. Lo è, pacificamente anche nel calcio. Ne deriva che non sempre si può essere in pieno accordo con le opinioni dei commentatori televisivi di qualche partita. Ma quel che è troppo è troppo. Per arrivare al punto è incomprensibile, totalmente, come la prova dell’Inter a Torino contro la Juve in Coppa Italia potesse essere accompagnata – così come è stata – da espressioni di approvazione della manovra nerazzurra quando mai e poi mai per tutto l’incontro – a parere di chi scrive- la squadra milanese ha praticato un calcio anche appena apprezzabile: difesa mai schierata e piena di valichi favoriti da un centro campo che più disordinato di così non avrebbe potuto essere senza il benché minimo accenno ad una -anche solo una- parvenza di filtro ed in fase di rimessa solo capace di lanci sconsiderati e mai utilizzabili. Risultato tre sventole logicissime nel gobbo e via per Milano dove è arrivato il resto. E, per favore, Mancini la smetta di ripetere il suo ormai abituale “Dai miei giocatori pretendo di più”: potrebbe, così evitare di rischiare la replica con una più che giustificata richiesta di pretesa di qualcosa di più da parte dell’allenatore.
E quanto a panchina anche sull’altro versante non è che ci sia da stare “Allegri”. S’era detto, prima dell’inizio del campionato, che il “mister” bianco-nero avrebbe avuto il suoi problemi ad impostare un gioco nuovo rispetto a quello dello scorso anno. L’inizio disastroso del campionato – che il capitano della squadra senza mezzi termini aveva definito “una vergogna”- lo ha confermato mostrando tutte le difficoltà dell’allenatore ad inquadrare la nuova ondata di arrivi che Beppe Marotta gli aveva messo, con larga dovizia, a disposizione. Così è puntualmente stato con un allenatore che ha impiegato molto più del dovuto per far trovare un gioco ad una squadra che – alla fine – si è avuta la sensazione che il gioco se lo sai trovata da sola superando quel penoso inizio di campionato protrattosi troppo a lungo e che – pur nel rispetto delle esigenze del caso- ha fatto perdere troppo terreno ai bianconeri. Non occorrono, infatti, magie tecniche per capire che una preparazione più azzeccata avrebbe consentito alla Juventus di finire il girone di andata in testa alla classifica e ciò nel massimo rispetto della validità del Napoli che sembra ancora però, un po’ troppo Higuain dipendente.
Il Napoli, insomma, ha anche se solo in parte lo stesso problema che aveva Mazzarri che in assenza di Cavani accusava un calo di rendimento decisivo sui risultati. Stesso problema, si diceva, anche se solo in parte – si ripete – visto che il gioco del Napoli di Sarri è senz’altro – anche quanto ad assieme – certamente più produttivo di quello di Mazzarri.
Tutto ciò premesso nel raffronto visto che la Juve di dipendenze non ne ha proprio e che – si ribadisce- senza il troppo prolungato rodaggio che le è toccato sarebbe, comodamente, in testa alla classifica.
Dove, probabilmente, finirà.
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