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Cultura

MORGAN, IL CAVALIERE UCRONICO

CHIARA AMBROSIONI - 05/02/2016

morganAncora una volta la Sergio Bonelli Editore dà prova della sua capacità di rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione arricchendo l’universo parallelo del Fumetto di un nuovo personaggio: Morgan Lost. Morgan è un cacciatore di serial killer che – spiega l’autore Claudio Chiaverotti – “vive in una realtà ‘ucronica’: un mondo nel quale la storia si è evoluta in un modo diverso rispetto a quella che conosciamo”. La sua è una inconsueta e oscura New York anni ’50 con forti contaminazioni antico egizie, “una metafora per parlare di noi e della nostra epoca: il 2016. È un mondo – aggiunge – in cui c’è una forte spettacolarizzazione della violenza, proprio come accade intorno a noi. Sulle pareti degli edifici dei maxi-schermi trasmettono un notiziario in cui i serial killer diventano quasi delle rock star, in una sorta di hit parade dei delitti più efferati. Morgan Lost, in veste di profiler, non compie indagini classiche, ma cerca di entrare nel buio dell’anima, nel buio del male, per capire questi individui e anche se stesso”.

Claudio Chiaverotti, ripercorrendo la sua storia personale, ricorda di avere sempre sognato di fare qualcosa di creativo: “La vita segue i suoi percorsi, ma se hai voglia di raccontare delle storie, devi farlo. Ho trovato la mia strada nel racconto a fumetti, anche se amo appassionatamente il cinema e inizialmente avrei voluto lavorare in quel campo. Credo comunque che il fumetto sia molto vicino al cinema. Ho fatto un conto: ho scritto circa 200 storie: sono quasi 20mila pagine e per me sono 20mila pagine di storyboard, ovvero i disegni che illustrano ciò che verrà girato sul set. Credo che racconto e immagine siano un tutt’uno, tanto che mentre scrivo una scena, istintivamente canticchio una canzoncina, che è un po’ la colonna sonora di quel momento!”. Per avviare la carriera di sceneggiatore di Chiaverotti è stato decisivo l’incontro con Alfredo Castelli, grande fumettista e critico letterario, creatore di personaggi indimenticabili tra cui “Gli Aristocratici”, disegnati da Tacconi nei primi anni ‘70 per “Il Corriere dei ragazzi” e Martin Mystère, “il detective dell’impossibile” edito dalla Bonelli Editore a partire dal 1982.

Chiaverotti ha iniziato a lavorare nel mondo delle nuvole parlanti nel 1986 scrivendo i testi per alcune strisce di “Sturmtruppen” di Bonvi e da vent’anni collabora con la Sergio Bonelli Editore (la maggiore casa editrice di fumetti italiana) raccontando storie sempre nuove e pervase di misteriose atmosfere.

Il suo esordio alla Bonelli risale al 1989, quando scrisse la sceneggiatura dell’albo n. 34 di Dylan Dog “Il buio”, poi ha sostituito a lungo Tiziano Sclavi nella scrittura delle storie dell’Indagatore dell’Incubo e ha anche collaborato alle testate Martin Mystère e Zona X. Nel 1998 l’autore ha dato vita al suo primo figlio di carta: “Brendon è un cavaliere di ventura che vive ‘in un Medioevo prossimo e venturo’(cit. da Roberto Vacca) – spiega – ovvero nella società nata dopo una catastrofe di portata mondiale, che io ho chiamato “la Grande Tenebra”.

La tenebra, dovuta alla caduta di un asteroide, dura sei, otto mesi ed è anche la tenebra della coscienza degli uomini. Le storie di Brendon prendono il via quando quel mondo inizia a riprendersi; volevo trasmettere l’idea della nascita di un nuovo Medioevo con le sue leggende, come quella di uno spaventapasseri a cavallo di uno squalo che nuota nella notte alla ricerca delle anime dei vinti. Sono leggende che uniscono in qualche modo i ricordi della civiltà scomparsa, ovvero la nostra. Brendon è un uomo chiuso in se stesso che vive in un mondo gotico e che sul suo cavallo attraversa i resti desolati di antiche città, come Londra; gli albi delle sue storie si sono fermati al numero 100, ma la prossima estate – rivela Chiaverotti – il viaggiatore solitario tornerà con una serie di speciali a colori.

Nel frattempo è nato il suo secondo figlio: Morgan Lost, “un individuo tormentato che, come Brendon, racconta qualcosa di me, come la voglia di partire e fuggire, un’idea che ho trovato anche nei primi film di Salvatores. Lungo il loro cammino entrambi incontrano individui molto particolari, spesso spaventosi. Devo ammettere che io stesso mi porto dietro molte paure come quella dei manichini, dei pupazzi. Quando avevo 20 anni e studiavo, ho comprato su una bancarella un libro intitolato “Magic” che parlava di una marionetta elettronica: sapevo che questo pupazzo inanimato sarebbe entrato in una mia storia, un giorno o l’altro, e infatti mi ha dato l’idea per scrivere il primo albo di Morgan Lost”. Chiaverotti cita poi un’intervista a Massimo Troisi che diceva: “Per raccontare delle cose devi spettacolarizzarle, altrimenti non sono interessanti per nessuno”. “E allora – aggiunge – io creo dei personaggi sempre un po’ sopra le righe e, per incuriosire i lettori e coinvolgerli, ho inserito un altro elemento nelle storie di Morgan Lost; poiché lui è daltonico, la scenografia e le ambientazioni sono nei colori in cui vede la realtà: il bianco e le varie sfumature del nero e del rosso”.

Ma perché un personaggio di carta possa esistere, ci deve essere una mano che lo disegna; sono allora interessanti le parole di una delle disegnatrici di Morgan Lost. Lola Airaghi racconta di essersi formata a “Il Corriere dei Piccoli” disegnando il noto Fantozzi, per poi lavorare a cartoni animati americani come Il Conte Dracula e Denver. Il suo disegnare è diventato presto una professione che, 20 anni fa, l’ha portata nella grande famiglia della Sergio Bonelli Editore. Per la Bonelli ha dapprima disegnato Legs Weaver e ha poi conosciuto Claudio Chiaverotti, fissando sulla carta il suo primo figlio Brendon: “Le storie, molto gotiche, con atmosfere magiche e strani personaggi – afferma – erano affini al mio modo di disegnare”.

E, mentre realizzava le pagine del cavaliere di ventura, lo stesso Chiaverotti le ha parlato della nuova serie che aveva in mente. “Quando mi ha accennato alla sua idea di Morgan Lost e del suo mondo – racconta – ne sono rimasta incantata e rapita. Mi piacciono i suoi personaggi perché non sono eroi ma individui con caratteristiche molto vicine alle debolezze umane e mi ha colpita la particolare scelta cromatica, con l’uso di un rosso che, a mio parere, focalizza l’attenzione del lettore su un particolare che diventerà importante nel corso della narrazione, una possibile chiave di lettura di questo action-thriller. La colorazione accresce il senso di angoscia, però si tratta di un’angoscia che incuriosisce e quando c’è curiosità, la voglia di capire di pagina in pagina l’emozione che sta vivendo Morgan, allora c’è vita”.

Per scoprire di più su Morgan Lost sarà possibile incontrare Claudio Chiaverotti e Lola Airaghi sabato 13 febbraio negli spazi della fumetteria Crazy Comics, in via Carrobbio 15 a Varese.

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