La maggior parte della gente, nel nostro mondo occidentale, vive, ormai, come se Dio non ci fosse. Dio è scomparso nella coscienza di molti, vittima dell’indifferentismo e dall’agnosticismo.
In Cristo, Dio si presenta ormai come l’amore indifeso, che può essere negato da qualsiasi adolescente presuntuoso; viene bestemmiato, insultato, strumentalizzato, impunemente; sembra diventato inutile.
Nel mondo e nella storia sembra, dunque, che l’amore indifeso di Dio non solo sia destinato al fallimento, ma che sia anche travolto e sepolto dalla violenza e dall’indifferenza umana.
In una predica il Cardinal Newman mette in bocca a Cristo questo rimprovero: “Pochi saranno pronti ad aprirmi subito quando busserò alla porta. Avranno sempre ancora qualche cosa da fare prima di aprirmi; non saranno già pronti, si dovranno ancora preparare… Sono felici di essere sulla terra e non desiderano andare altrove, non desiderano cambiare”.
Tuttavia riconoscere ed accettare che Dio sia diventato amore indifeso non significa che sia assente, inattivo. Anzi Egli è si è fatto ancora più prossimo in quanto il suo “essere indifeso” gli consente di affiancarsi ad ogni uomo come amico, fratello, compagno di strada, come innamorato.
Non a caso nel Cantico dei Cantici si legge: “Mi alzerò, percorrerò la città, per le strade e per le piazze cercherò colui che il mio cuore ama”. Queste parole possono essere applicate a Dio, che desidera incontrare l’uomo, lo ama come solo un innamorato può amare e proprio per questa tenta di fare breccia nel nostro cuore. Tuttavia, poiché Dio è rispettoso della nostra dignità, non si impone, non violenta la nostra libertà, ma domanda, aspetta, pazienta, propone.
Dio – ci dice Gesù – è come un Padre che, sulla soglia di casa, scruta con trepido desiderio il nostro ritorno. Ma il desiderio che ha di noi è così forte, viscerale, traboccante che quando ci vede non si limita ad attenderci sulla porta, ma ci corre incontro e prepara una grande festa. Ci libera, in altre parole, dall’insignificanza, dal non senso, dal nulla esistenziale.
È in questo contesto dell’instancabile ricerca dell’uomo da parte di Dio che possiamo porre la questione dell’importanza della vita religiosa.
“Che cosa è la vita religiosa?”. La vita religiosa è l’umanità diventata la sposa fedele di Dio, che finalmente corrisponde all’amore infinito del suo divino Sposo.
Nella sua ricerca Dio ha posato il suo sguardo su di me, mi ha guardato, si è sentito attratto da me, mi ha attirato a sé con la sua tenerezza e la sua bellezza e mi ha dichiarato il suo amore. Questa attrazione ha portato con sé la grazia della vocazione.
All’origine della consacrazione religiosa c’è, allora, una chiamata di Dio che si spiega solo con l’amore che egli nutre per la persona chiamata. Si tratta di un amore assolutamente gratuito, personale, unico che coinvolge la persona al punto che essa non appartiene più a se stessa, ma a Cristo.
Quelle e quelli che Dio chiama donano a loro volta a Cristo Redentore una risposta d’amore: un amore che si abbandona interamente e senza riserve e che si perde nell’offerta di tutta la propria persona (cfr PI,8-9). La vita religiosa, quindi, si definisce come “risposta d’amore all’Amore”.
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