Ancora un parcheggio. Scrivo in qualità di presidente dell’associazione Amici della Terra Varese (che qui di seguito chiamerò l’Associazione), segnalando un caso secondo la mia opinione di cattiva amministrazione. Scrivo del parcheggio per automobili che il comune di Varese intende realizzare in Via Sempione.
Converrete con me che il realizzare un nuovo parcheggio per la autovetture private con tanto di negozi collegati a margine del centro cittadino porti nel luogo prescelto traffico, inquinamento, code di autoveicoli e quindi un peggioramento della qualità della vita di coloro che vivono e vi lavorano vicino.
È naturale che, pertanto, l’Associazione avesse voluto partecipare alla discussione per la compilazione di un simile progetto prima della sua approvazione finale. È naturale che l’Associazione avesse voluto anche giudicare con senso di responsabilità una simile realizzazione all’interno di quella che è la rete della mobilità cittadina e extra cittadina, cercando di trovare le soluzioni più consone a perseguire degli interessi collettivi.
In altre parole l’associazione si duole del fatto che viene impedito di poter collaborare in maniera propositiva al fine di una migliore gestione del bene ambiente (art. 9 Cost.). I cittadini interessati ma, soprattutto, le associazioni ambientaliste, in virtù del proprio scopo associativo, debbono poter avere lo spazio per poter fornire il proprio parere. Parere che avrebbe valore consultivo e che potrebbe portare ad un miglioramento progettuale.
Chiaramente la decisione finale spetterebbe esclusivamente all’organo eletto legittimamente. Viene detto, con fare dispregiativo, che quanto ci aspetteremmo venisse messo in opera dalle istituzioni (formulazione di un parere preventivo), allungherebbe troppo i tempi per assumere la decisione finale.
Eresie! Impiegare due mesi in più per l’approvazione di un opera pagata dai cittadini e fatta per il loro uso e consumo non penso che possa essere un problema. Il non farlo è e sarebbe solo sinonimo di inefficienza e di disorganizzazione
Le pubbliche istituzioni dovrebbero stabilire sempre un termine entro cui gli interessati possano fornire un parere. Scaduto questo non sarebbe più possibile prendere in esame altri suggerimenti. Anche la società civile deve essere capace di organizzarsi e non parlare in eccesso.
Non faccio un discorso astratto: chiedo alla pubblica istituzione di rendere effettiva solo quella che la vigente Legge chiama ‘Leale collaborazione’. Chiedo, così, al Comune di Varese di applicare il Testo unico sull’ambiente e la Convenzione di Aarhus (ratificata in Italia con la L.108/2001 e recepita nel dlgs 195 del 2005. Il diritto della partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche in materia ambientale e del resto sancito e ribadito nel corso dei vertici mondiali di Rio e di Johannesburg.
Sarebbe la semplice applicazione dei principi di precauzione e dello Sviluppo Sostenibile. Richiedo al Comune di Varese di rispettare il dettato Costituzionale che all’articolo nove così recita: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’ Se la sovranità appartiene al popolo, come è scritto nell’articolo uno della Costituzione stessa, anche il patrimonio storico e artistico appartiene al popolo direttamente. Non alla politica, che agisce al chiuso.
E la Repubblica, appunto, tutela il patrimonio innanzitutto per rappresentare e celebrare il nuovo sovrano cui il patrimonio ora appartiene: il popolo. ‘Che cosa è il patrimonio storico e artistico? Non è un calcolo matematico: la somma dei musei, delle singole opere, dei monumenti. È, invece, una guaina continua che aderisce al paesaggio – cioè al territorio della Nazione – come la pelle alla carne di un corpo vivo’. Questo lo scrive Tomaso Montanari, storico dell’arte, in un libro polemico e ben documentato dal titolo “Costituzione incompiuta. Arte, paesaggio e ambiente”, editore Einaudi.
Dovrebbe quindi essere lasciato uno spazio di intervento così come sancisce la Costituzione vigente. Ebbene l’Associazione ha chiesto più volte per iscritto di partecipare al progetto per la realizzazione del parcheggio di via Sempione al sindaco e al vicesindaco di Varese e non ha mai ricevuto risposta.
Non solo il Comune di Varese ha fatto questo ma ha chiuso l’iter di progettazione e ha assunto la deliberazione consiliare decidendo in proprio cosa fare. Anche i tecnici comunali non si sono fatti sentire malgrado in base alla Convenzione di Aarhus debbano essere al servizio degli istanti per trovare una modalità perché possa essere trovata una legittima possibilità di soddisfare le proprie istanze.
In base alle citate leggi il silenzio non sarebbe proprio ammesso. Non è veramente possibile che l’Associazione che è riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e che è regolarmente iscritta presso il registro delle Associazioni provinciali di volontariato, abbia solo la possibilità di dire ciò che pensa e ritiene corretto solo a posteriori, quando ormai le cose sono state fatte.
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