Dato che ormai sarebbe da ingenui presumere che il nostro sia l’unico pianeta abitato della galassia, ci conviene fare i conti con il fatto che un marziano possa presto piovere dallo spazio in una delle nostre amene città. Immaginandolo ragionevole, e curioso dei nostri mezzi di comunicazione, possiamo presumere che molto presto si aggiornerebbe sulle questioni di attualità più importanti del pianeta, e soprattutto che in men che non si dica si farebbe un profilo Facebook e si iscriverebbe ai più importanti social networks, seguendo regolarmente i più attivi “tweeps” o utenti di Tweeter, come Barak Obama e Papa Francesco. Così facendo, si renderebbe di certo conto della frequenza con cui ricorre la parola “misericordia” nel discorso pubblico, e nei contesti più disparati: su Google sono circa 200 milioni di voci in tutto, se si sommano quelle relative a “misericordia” e quelle relative al suo corrispettivo inglese “mercy.”
E questo su un pianeta dove, come il nostro amico extraterrestre non tarderebbe a capire, l’omicidio di massa è diventato un fatto di ordinaria amministrazione, spesso mascherato da guerra di liberazione, come recentemente in Medio Oriente.
Avendogli poi qualcuno anche fatto presente che la parola suddetta deriva dal cristianesimo, una religione globale che professa l’amore per il prossimo, lo stupore iniziale del nostro marziano probabilmente si trasformerebbe in una confusione generale, tale da spingerlo a cercare subito lumi presso un diocesano qualsiasi, magari indicatogli dalla sua portinaia. Il quale, senza troppo scomporsi gli narrerebbe di certo uno dei tanti episodi del Vangelo, che si possono portare ad esempio della misericordia: non so, per esempio l’episodio del servo Malco, cui l’apostolo Pietro in un moto d’ira mozza l’orecchio, e che Gesù risana, dimostrando così misericordia per i suoi stessi aguzzini.
Meravigliato soprattutto dal fatto che un dio misericordioso permetta che si alzi la mano omicida di un suo seguace, e quindi, per venire ai nostri giorni, che le orecchie mozzate in Afganistan, Iraq, Libia e Siria, dalla mano armata di tanti battezzati, possano rientrare anche solo per sbaglio in un’occulta economia della misericordia, il nostro marziano probabilmente non chiuderebbe occhio quella notte, e il giorno dopo tornerebbe dallo stesso diocesano, timidamente confessandogli quelle preoccupazioni, e poi abbozzando un ragionamento sul severo rimprovero di Cristo a Pietro, che pure in quella storia c’è (e non è certo un mero “preghiamo per la pace”, bensì un perentorio “Lasciate!”). Sentendosi però rispondere con un’altra predica sulla misericordia e poi addirittura rifilare un libro sul tema, non è difficile immaginare che a quel punto il nostro verrebbe preso da una certa rispettosa ilarità, per poi soggiungere, a chiarimento della stessa, che è troppo comodo fare il misericordioso con le orecchie degli altri.
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