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Cara Varese

OCCASIONI PERDUTE

PIERFAUSTO VEDANI - 05/02/2016

Tramonto alla Schiranna

Tramonto alla Schiranna

Veleni a Roma in quantità anche per il dramma innescato dai comportamenti del mondo bancario mentre dopo otto anni gli italiani scoprono che i pubblici ministeri si sono sbagliati quando hanno imputato e crocifisso l’ex ministro Mastella come associato per delinquere.

Il calendario delle attività giudiziarie varesine è molto più saggio e non è mai stato rapportato a quello politico. Solo per un normale trascorrere del tempo nei giorni scorsi è venuta a galla la “vecchia” denuncia del sindaco Fontana contro un candidato del calibro di Daniele Zanzi. Se la contesa tra i due offrirà una pronuncia rassicurante su contenuti e tempi di conclusione della vicenda è facile supporre che essa potrà avere una ricaduta politica non da poco. Lo scontro tra il sindaco e l’esperto di agronomia: la pigra Varese dice che da noi ci si scatena ogni volta che sul tappeto ci sono questioni legate al mondo verde. La sensibilità ambientale è nel DNA della Città Giardino, anche se poi concretamente non sempre ha avuto l’ adeguata attenzione di organismi istituzionali.

Un caso emblematico il lago di Varese che dopo anni e miliardi dalle prime iniziative per il suo risanamento ha ricominciato a far tribolare per la falla nei sistemi escogitati per eliminare l’inquinamento. Non siamo ancora all’emergenza assoluta ma certamente di fronte a uno sgradito regresso.

Eppure questa distesa d’acqua sulla quale digrada molto cemento della città esercita un fascino irresistibile. In estate la Schiranna con il suo lido e il suo parco è molto frequentata, nella cattiva stagione basta un’occhiata di sole per attirare chi ama passeggiare in un luogo tranquillo, a contatto con la natura. È anche una zona dove i bimbi possono giocare e osservare da vicino gli eleganti cigni e uccelli acquatici che si avvicinano alla riva per scroccare qualche bocconcino ai bipedi pensanti che li ammirano dalla riva.

Domenica scorsa mi sono infilato nel lungo corteo che scendeva al lago e mi sono regalato un’oretta di serenità. Anche dove le gente era numerosa, in qualche punto addirittura una folla, c’era quiete : tutti i presenti erano colpiti dal contatto con l’amico lago e il parco, vero balsamo contro il nostro vivere di corsa.

Proprio camminando nel parco mi sono ricordato dei giorni in cui la Giunta comunale parecchi anni sono rifiutò uno scambio di aree con un privato: decine di migliaia di metri quadrati in più alla Schiranna, quasi il raddoppio del parco attuale, per un terreno non equivalente in termini di ampiezza, a Mustunate, ma dove sarebbero sorte una decina di villette. Forse fui il solo cronista a parlare della trattativa, ebbi un bonario rimprovero da una sentinella dell’ ambiente come Ovidio Cazzola perché avevo manifestato attenzione e simpatia per il progetto pur avendo dei dubbi. Io pensavo alla Schiranna, a quanti d’estate non potevano andare in ferie e si dividevano tra la montagna di casa e il lido dove nei fine settimana era necessaria la presenza dei vigili perché era contesissimo lo spazio del parco ombroso.

Alla luce della rivolta odierna per i parcheggi sotterranei, fu forse opportuno l’accantonamento dello scambio, ma chi pensava che Mustunate dovesse rimanere immutata presenza di un piccolo borgo antico può non essere rimasto contento della sua trasformazione, peraltro di una modernità rispettosa della vecchia atmosfera romantica e degli azzeccati equilibri nel rapporto verde-cemento. Equilibri che forse ci sarebbero stati anche con il quartierino di villette.

Ma a Mustunate ho perso un’altra battaglia: l’eliminazione di una piccola via dedicata a Barnaba Frongia detto Peppino, protocomunista. Ero (e sono) espressione della piccola borghesia, lui era ideologicamente agli antipodi eppure ci ha legati un bellissimo rapporto umano. Al posto della targa dedicatagli oggi c’è una indicazione di parcheggio. Sono diventato vecchio anch’io e ho interrotto la caccia a un vicolo, a una stradina di periferia che lo ricordi come storico sindacalista, amico di Longo e Berlinguer, comunista scomodo per tutte le nuove generazioni. Compresa quella progressista.

Quanto alla toponomastica Palazzo Estense a volte è penoso. Dopo anni e anni si è rimediato al grave torto fatto a Renato Guttuso, cittadino onorario di Varese. Lo si ricorda infatti a Villa Mirabello dopo avergli dedicato a Velate una stradina nota come terminal dei flussi intestinali dei cani della zona.

L’intitolazione di vie e piazze della nostra città è sempre stata problematica, inadeguata a volte ai tempi e in prospettiva futura. La giovane storia di Varese ha complicato la situazione, così si spiegano nomi che dicono poco o nulla non solo agli ospiti ma anche ai residenti. Spesso ci mette il naso la politica con dediche davvero inappropriate o negando testimonianze e ricordi doverosi alle future generazioni dei varesini.

Al momento però raccoglie ampi consensi via Fontana.

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