Il passare del tempo è la miglior medicina per sanare “ le magagne” del mondo politico ed amministrativo italiano e non solo loro, perché il popolo sovrano soffre ormai anche tra le nuove generazioni di Alzheimer, con la conseguente perdita di memoria in modo preoccupante.
Nessuno par ricordare, tra le cose più eclatanti, che le istituzioni parlamentari attuali sono state delegittimate dalla dichiarazione d’incostituzionalità del Porcellum e le stesse stanno cambiando nientemeno che la Costituzione.
Dal canto suo, il presidente del Consiglio, non essendo stato eletto e quindi non essendo personalmente coinvolto dagli effetti della sentenza n. 1 del 2014, non ne tiene affatto conto e pensa di arrivare al 2018 coi suoi programmi. Altri due, prima di lui, erano più o meno nella stessa condizione. Del resto, ormai lobotomizzato da decenni di trasmissioni Tv dove regna l’effimero e pochissima informazione, il popolo sovrano, che non legge, non scrive, ma telefona, è soporoso.
L’importante è esagerare ma se si esagera sempre, tutti i giorni, si ricade nella normalità.
Un amico palermitano raccontava che all’inizio degli anni Novanta la guerra tra clan mafiosi faceva un morto a giorni alterni. L’interesse del lettore del giornale, il mattino seguente, non riguardava chi fosse la vittima, ma in quale strada il fatto fosse accaduto perché sempre ci sono proiettili vaganti…
Come sempre, chi scrive preferisce volare basso e parlare di fatterelli di casa nostra.
Sulla stampa, leggendo, vorremmo fare esercizio di memoria trovando qualche rimando a fatti gravi e meno gravi del recente passato, ancora in sospeso, fino alla prescrizione. Nessuno ricorda delle decine di badanti collocate “in nero” da una agenzia che tuttavia pare ancora operi indisturbata. Nessuno ricorda i titoloni quando venne bloccata qualche mese addietro l’organizzazione degli ambulanti abusivi venditori di rose ai semafori cittadini.
Per le festività natalizie, al solito semaforo di Via Fiume a Varese, erano diventati due. Avremmo voluto leggere titoli a sei colonne “Son tornati raddoppiati !”. Macché, nulla.
È inutile parlare di corruzione, concussione, amministratori collusi, mazzette. Siamo annoiati.
È meglio ridere, divertirsi andando a stuzzicare il prossimo quando qualche idea balzana e sicuramente ingegnosa viene alla ribalta. Ritorniamo quindi al nostro Francesco Daverio e alla proposta della dirigente scolastica dell’istituto storico varesino che dopo quasi 150 anni dovrebbe cambiare intitolazione. L’Associazione Varese per l’Italia 26 maggio 1859 è ben decisa a far sì che il tempo non faccia da medicina e cada tutto nel dimenticatoio.
Intanto entro il 31 dicembre 2015 i ragazzi, chiamati a votare indicando un nome nuovo, hanno votato. Secondo quanto letto sulla stampa i votanti sarebbero stati pochi e la colpa cadrebbe su chi ha polemizzato contrastando l’iniziativa e già la tesi è interessante. Pochi o tanti che siano, si andrà formalmente a chiedere il numero esatto e soprattutto i nomi perché l’occasione è perlomeno golosa, perché una spruzzatina di goliardia non ci starebbe male. Qualcuno sulla stampa ha fatto già previsioni sul più votato: Balotelli, il calciatore di colore. Forse qualche voto l’avrà preso anche Moana, chissà.
ISISS Balotelli. Nella città culla della lega nord, il più vecchio istituto scolastico superiore della città potrebbe essere intitolato ad un calciatore e pure “negher”. Fantastico, meglio di Nibali, “terone”, che taglia il traguardo delle Tre Valli Varesine, proprio davanti al Comune, con la maglia azzurra e la fascia tricolore. Che tempi.
Ecco, il tempo è la migliore medicina per “ sistemare” le cose.
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