Perché, o Dio
a tua immagine
l’uomo hai creato,
a te somigliante?
Di vera libertà
l’hai dotato,
specchio di te,
tua intima vita.
Nessuna gratitudine,
da subito soggiogato
da orgoglio accecante
ti ha abbandonato.
La donna accanto,
da lui desiderata
più per dominio
che per amore.
Il fratello un rivale,
invidia e gelosia,
fino a uccidere
senza pudore.
Il tuo volto
ha dimenticato,
le stelle in cielo
non sa più guardare.
Lotta interiore
ogni giorno lo abita,
l’egoismo a prevalere,
la bestia feroce.
Divenuto ricco,
dei beni tuoi
ne fa possesso
privato, esclusivo.
Rimasto povero,
in baracche malconce
la vita trascina
tra rabbia e speranza.
Perché, o Dio
questo rischio
che deturpa
il tuo volto?
L’umanità in pericolo,
sorti di interi popoli
in balia di uomini
in contesa perenne.
Vedrà ancora
quel giardino
di bellezza rara,
armonia e pace?
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