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Cultura

CIFRE RECORD AL BAROFFIO

SERGIO REDAELLI - 22/01/2016

guidaLa storia di un furto, il valore di una collezione, la bravura di una manager: è ricca di sorprese la nuova Guida del museo Baroffio e del Santuario curata da Laura Marazzi, la conservatrice che da quindici anni dirige con mano sicura – potremmo dire con la bacchetta magica – lo scrigno dei tesori artistici in cima al Sacro Monte di Varese. Il successo va oltre le più rosee previsioni avanzate alla riapertura del museo, nel 2001, dopo i restauri voluti da monsignor Pasquale Macchi. Le cifre, come vedremo, testimoniano il valore della conduzione tecnica, ma partiamo dalle sorprese, dal “giallo della sanguigna” di Leonardo da Vinci. Seguiamo il racconto della Marazzi.

“Nel maggio del 1974 fu rubata dal museo un’opera donata da Baroffio, allora ritenuta la più importante della collezione: la “sanguigna” su carta, raffigurante San Giovanni Battista e attribuita al genio di Vinci, ancora oggi segnalata tra i maggiori dieci furti d’arte in cerca di soluzione…. la paternità leonardesca è stata abbondantemente messa in discussione. Si deve a Giovanni Romano la convincente ipotesi che, pur riprendendo il Bacco di Leonardo oggi al Louvre, essa sia da assegnare a Bernardino Lanino, discepolo di Gaudenzio Ferrari, come disegno preparatorio di un San Giovanni Battista oggi esposto alla Scottish National Gallery di Edimburgo”.

D’ispirazione leonardesca è invece il paliotto del 1490 conservato al Baroffio e realizzato in tecnica mista – pittura e ricamo – che riprende la versione della Vergine delle Rocce di Parigi. Storie, rivelazioni, spiegazioni: la Guida racconta mille anni d’arte al Sacro Monte in brevi e documentate schede e ricostruisce in modo accattivante la storia del museo, dai primi propositi di “raccogliere le anticaglie”, formulati nel 1883 dal parroco don Luigi Bellasio, alla donazione-fusione avvenuta con il barone Baroffio Dall’Aglio. Nel complesso illustra 46 opere fondamentali che vanno dai fratelli Nuvolone al Giampietrino, da Lanfranco di Ligurno a Matisse, da Cristoforo de Predis a Magatti, Sironi, Guttuso e tanti altri.

La Guida (Nomos Edizioni, 94 pagine, 46 fotografie di Vivi Papi, Annamaria Fumagalli, Costantino Del Frate e un ricco apparato bibliografico) ha in copertina un particolare dell’antifonario del 1476. Fa parte della serie di cinque guide con Villa Mirabello, Castello di Masnago, Lodovico Pogliaghi e Fratelli Castiglioni – più il libricino sulla cripta – della linea Varesemusei, il progetto cofinanziato dall’assessorato alla cultura di Palazzo Estense e da Regione Lombardia con il patrocinio della parrocchia di S. Maria del Monte e della Fondazione Paolo VI. Tutte le guide saranno presto disponibili nei musei del circuito. Ognuna costa 10 €, chi vuole il cofanetto con le cinque guide ne pagherà solo quattro (40 €).

Laura Marazzi, 39 anni, laureata in lettere moderne con indirizzo storico-artistico, è dal 2002 la conservatrice e la responsabile dei servizi educativi del Baroffio e dal duemila collabora con la Pinacoteca di Brera come assistente tecnico per la sezione didattica nel fine-settimana. Ha curato l’organizzazione del museo dopo i restauri e indirizzato lo sviluppo culturale verso un pubblico sempre più ampio e variegato, in particolare quello infantile. “I bambini – spiega – rappresentano il futuro e al Baroffio abbiamo un programma specifico per loro. Sono giochi e percorsi guidati con laboratorio finale a sorpresa. Intorno a Natale 120 piccoli sono venuti sulla scia dell’angelo Celestino ed era bello vedere il borgo popolato dai bambini con la striscia tintinnante degli angeli decorati al Baroffio”.

Per finire ecco, in pillole, i risultati raggiunti in quindici anni di gestione attenta e intelligente: il museo ha registrato 52 mila visitatori, organizzato 54 incontri culturali (conferenze, concerti, presentazione di donazioni, restauri e libri), 28 visite a tema per adulti e 18 percorsi per bambini su prenotazione oltre ad attività per disabili, anziani ospiti di case di riposo e immigrati stranieri; ha aiutato 274 studenti universitari, ricercatori e studiosi per tesi e ricerche e impiegato 22 volontari. Undici sono le opere aggiunte all’allestimento iniziale e quattro quelle prestate per mostre, anche internazionali.

Per conto del museo, la Marazzi ha curato cinque pubblicazioni (La Vergine delle Rocce di Leonardo e il paliotto del santuario. Trento Longaretti al Sacro Monte. I manufatti medioevali di Domenico e Lanfranco da Ligurno. Gioca in Arte per i bambini e la nuova Guida appena data alle stampe) e tre esposizioni (Il Volto di Cristo di Georges Rouault. Faruffini, Frattini, Bodini e Quattrini. Biancini al Sacro Monte); a cui vanno aggiunte tre mostre didattiche sui già citati manufatti medioevali, sulla natività negli affreschi della “cripta” – sempre con un occhio rivolto al linguaggio dei bambini (Il mostro, l’eroe e la Vergine) – e sul coccodrillo di Santa Maria del Monte.

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