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Noterelle

IL PEDETTI SI AUGURA

EMILIO CORBETTA - 15/01/2016

lea“Cosa l’è che sono i LEA?” si chiede il mio amico Pedetti (potrebbe chiamarsi anche Aletti, o Zanzi, o Crugnola, ossia un cognome squisitamente varesino) più portato al dialetto varesino che al linguaggio di Dante.

LEA, acronimo di Livelli Essenziali d’Assistenza, lo mette in difficoltà, come tutti gli acronimi che la comunicazione della odierna vita gli scarica addosso. Gli hanno detto che i LEA sono la difesa specialmente degli anziani: assicurano e controllano l’assistenza essenziale ai capelli grigi come i suoi.

A dir la verità lui capelli grigi ne ha pochi, infatti è dotato di una brillante piazza (come viene definita la capigliatura dei calvi) che lui porta in giro ed espone con fierezza. Ma la Federanziani lo ha assicurato che anche gli ipodotati di patrimonio pilifero, analogamente a quelli con scarsa pecunia, sono opportunamente difesi. Questo secondo i canoni proclamati dagli intenti “urlati” dai politici. Ma lui non si fida: c’è la crisi, ci sono pochi soldi, specialmente per la sanità e lui sa, perché lo prova, che i capelli grigi, anche se pochi, sono forieri di acciacchi di tutti i tipi, specialmente per uno come lui, che è riuscito a beccarsi anche l’epatite C. Come ha fatto a prenderla non riesce bene a spiegarselo: forse in occasione di un ricovero ospedaliero per un accidente cardiaco che con le sue complicanze ebbe necessità di tante terapie invasive.

Avvertito dei pericoli a cui era esposto affrontò con serenità i sacrifici necessari per difendersi dalle complicanze e dei possibili aggravamenti per cui la triste patologia non divenne devastante. Non c’erano terapie efficaci e risolutive: solo una vita d’asceta dava qualche speranza. E fu cosi!

Ora la comparsa recente di un costosissimo farmaco che in quanto tale si scontra con i LEA per via della mancanza di fondi a sostegno della Sanità della nazione italiana. I cervelloni che dirigono l’economia sanitaria, dopo salti mortali intellettuali e inevitabili arrampicate sui vetri, per cercare di dare un supporto alle inevitabili richieste dei pazienti, anche quelle dei capelli grigi, hanno dovuto sceglie la via stretta del “centellinare” il consumo del farmaco riservandolo solo ai casi più gravi.

Questa decisione non è gradita molto al numeroso popolo dei portatori del poco gradito virus, che nel suo intimo crede di essere simpatico e si attacca molto al fisico dei pazienti, ma il costosissimo farmaco è capace di debellare questo “amore”. Il nostro fa anche un ragionamento di bassa matematica: per uno grave ci vuole tanto farmaco, per uno meno conciato ce ne vuole poco, quindi …. Lui sa che la subdola epatite C progredisce sempre e i pazienti temono le complicanze, come neoplasie epatiche, nonostante i più che austeri stili di vita. Il Pedetti si augura che gli economisti vadano avanti a stressare i loro neuroni cerebrali e trovino una soluzione più consona.

Nel frattempo l’anziano varesino scopre difficoltà visive: è noto che i capelli grigi vanno in parallelo anche con la cataratta. Lui non si era accorto della menomazione, ma una visita per la patente rivelò il difetto, risolvibile con miracoloso intervento che ridona l’acuità visiva, che però necessita di lunghe attese per accedere alla sala operatoria. A dir la verità qualche tempo fa cliniche private convenzionate, stimolate dai soldi pubblici rendevano le attese più brevi. La soluzione era più a portata di mano. Ma i tempi grigi, come i pochi capelli del nostro amico, sappiamo che hanno ridotto le possibilità economiche, come appena detto per l’epatite C, e le ginniche attività intellettuali degli amministratori hanno imposto una brusca frenata alle attività convenzionate e le sale operatorie sono aperte solo a pagamento. Il Pedetti di pecunia è carente, ha più capelli che soldi, per cui la patente non è rinnovabile.

Sì, ma i famosi LEA? Loro invitano alla pazienza e il nostro deve solo sperare nella bonomia della struttura che concedono tre anni di tempo per rimettersi in condizioni efficaci per guidare la sua macchinetta, senza dover rifrequentare la scuola guida. E nel frattempo? Non si guida. Alla faccia dei LEA e dei dolorosi versamenti prelevati dalla busta paga, quando era in attività con tanti capelli. Ci si deve organizzare diversamente sperando nella bonomia di nipoti, parenti o amici. Anzi c’è già un nipote diciottenne, neo patentato che ha adocchiato la sua vetturetta ferma nel box …. magari lui in cambio lo porterà a far le necessarie commissioni della vita quotidiana. Ma poi la patente ritornerà, come magari la C se ne dovrà andare.

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