Caro direttore, all’inizio dell’autunno scorso il cuore mi aveva dettato alcune povere righe che mi permetto di chiamare poesia, dedicate al dramma dei migranti, che in troppi fingiamo di non vedere. Un’anima buona che l’ha letta e diceva di apprezzarla forse con eccessivo entusiasmo mi ha pressato finché mi ha convinto a mandarla al Papa Francesco come omaggio e riconoscimento per le sue attività in favore della gente povera ed emarginata. Nonostante la mia consapevolezza della “distanza” che mi separa dal nostro amato e stimatissimo Papa gliel’ho mandata ed ho accantonato il pensiero. Il 2 dicembre scorso, inattesa, mi è arrivata come regalo di Natale la risposta che mi porta il suo apprezzamento insieme con la benedizione apostolica. Con esse, la foto di Francesco e un bellissimo rosario che mi seguirà per tutta la vita. A questa lettera mi permetto di allegare la poesiola che ha avuto l’onore del gradimento di Sua Santità. Alla mia non tenera età mi ha rincuorato questo piccolo riconoscimento e ne faccio partecipi i lettori di RMFonline.
Antonio Golzi
Questa la poesia
Uomo che lasci la tua amata terra,
cerchi la pace fuggendo dalla guerra,
cerchi rifugio per te e la tua sposa
mentre abbandoni la tua sicura casa
speri un futuro per crescere tuo figlio.
cerchi l’amico che ti dia un buon consiglio.
Cammini le notti, traversi il deserto
Lasci il sicuro e affronti l’incerto
Hai spento il fuoco che non dà più scintille
ti guida solo il chiarore delle stelle.
solo riparo è il cielo aperto
Segui il cammino che traversa il deserto.
Cerchi una stella che guidi i tuoi passi,
lungo il sentiero di sabbia e di sassi.
Cerchi la strada nelle notti profonde
Speri di udire il frangente dell’onde.
vaghi ramingo sperando di trovare
la barca sicura che ti porti di là dal mare.
Oltre le onde tu sogni la meta
Che col lavoro la vita ti allieta.
Se trovi il porto tra tanti stenti,
Sali la nave con altri dolenti
Affidi la vita al vile mercante,
che di promesse ne ha vendute tante
.Spesso in quel mare lasci la vita,
la tua speranza finisce troncata.
C’è chi ti accoglie vedendo in te un fratello,
altro t’invita a deporre il fardello.
Volgi lo sguardo scrutando la gente
Della famiglia non ti resta niente.
Mentre l’angoscia ti soffoca il cuore,
manca il conforto che sani il dolore.
Scende il tramonto sulla tua speranza,
del lungo viaggio ti pesa la distanza.
Non trovi casa che ti voglia ospitare
Sempre ramingo continui ad andare…
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