La visita inattesa nei giorni scorsi di Papa Francesco al monastero di Greccio ha aperto lo sguardo sul valore spirituale della splendida Valle Santa, la conca reatina prossima ad Assisi e alla Verna, che ha fatto da scenario ad alcuni momenti essenziali della vita del Santo d’Assisi. Nel 1208 Francesco iniziò infatti a predicare nella Valle prendendo dimora a Poggio Bustone, mentre Fonte Colombo, chiamato anche il Sinai francescano, è il luogo scelto dal Poverello d’Assisi per stilare la Regola nella grotta del Sacro Speco e dove con molta probabilità iniziò a scrivere il Cantico delle creature. A Greccio nel 1223 san Francesco diede vita al primo Presepio della cristianità e a Santa Maria della Foresta si raccolse in attesa di una delicata operazione agli occhi.
A fine agosto di sei anni fa, un’amica ed io percorremmo a piedi, nell’arco di cinque giorni, il Cammino di Francesco: un anello di circa ottanta chilometri che si apre lungo la via francigena e consente di visitare da pellegrini i luoghi così amati dal Santo. La pianura della Valle Santa, attraversata dal fiume Velino e ricca di ruscelli e sorgenti, si stende tra una corolla di colline e monti, ricoperti da boschi di querce, faggi, castagni, agrifogli e larici. I quattro santuari e conventi francescani sono disposti lungo le pendici montuose e collinari come in forma di croce mistica. Una rete di sentieri tra i boschi e un percorso a saliscendi lungo i fianchi della vallata consente di raggiungere i siti francescani a piedi, mentre un percorso più facilitato permette di visitarli anche in auto. Quello che si presenta ai pellegrini è un colpo d’occhio di rara suggestione, capace di riappacificare l’animo e di immettere nella semplicità di vita e nel clima di fraterna accoglienza che ha segnato la vicenda umana di Francesco.
Il Cammino prende il via da Rieti, città sabina dove il Santo soggiornò a partire dal 1219 per incontrare Papa Onorio III e dove, oltre alla chiesa dedicata a S. Francesco nella quale sono raccolti importanti affreschi trecenteschi che fanno memoria degli episodi salienti dell’agiografia francescana, è possibile ammirare il Palazzo Papale, ove si verificò il miracolo della cetra e l’Oratorio di S. Croce presso cui avvenne la donazione, da parte di Francesco, del mantello ad una donna povera e cieca. Usciti dalla città, seguendo il corso del fiume Velino, si sale fino al santuario di Fonte Colombo, luogo in cui Francesco soggiornò a partire dal 1223 raccogliendosi in preghiera nella grotta del Sacro Speco, dando inizio alla stesura della Regola e all’incipit del Cantico e dove si raccolse in silenziosa solitudine prima di uno degli interventi dolorosi agli occhi, minati dalla malattia. Di li si prosegue sino a Greccio, luogo in cui nel 1223 Francesco rappresentò con personaggi viventi la Natività all’interno di una grotta. Il percorso conduce quindi a Poggio Bustone, sito in cui Francesco giunse con i suoi primi compagni fin dall’ estate del 1208, quando per la prima volta lasciarono Assisi perché incompresi ed ostacolati. In seguito, attraverso il saliscendi che caratterizza l’intero Cammino, si giunge al Santuario e convento di Santa Maria della Foresta, luogo abbellito da una splendida coltivazione ad orto che richiama l’originaria vigna, nella quale Francesco compì il miracolo della moltiplicazione del vino.
Percorrere il cammino e trovare ristoro per la notte nei conventi e negli ostelli significa quindi mettersi dietro le orme del Santo, condividendo l’essenzialità di vita e l’amore per la natura che ispirarono la sua vita e la sua predicazione. Un viaggio di cui Papa Francesco ha con la sua visita rafforzato l’unicità. Una strada che può diventare tappa e meta per molti.
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