Indro Montanelli raccontava della sua lunga permanenza a Lisbona in attesa di un programmato incontro con Antonio de Oliveira Salazar, il dittatore lusitano.
Finalmente ammesso a palazzo, fu accompagnato verso lo studio del despota dal devotissimo segretario che, nel mentre, gli disse:
“Sia generoso con il presidente, sta cercando di salvare il Portogallo dal suo futuro!”
De Oliveira Salazar, per quanto abbia decisamente operato in quella direzione, fallì, la Storia lo racconta.
La mia generazione, in Italia, in quella medesima direzione non si è neppure avviata: ha fallito senza opporre resistenza (anzi con partecipazione e gioia) e la Storia lo racconta.
Avremmo dovuto dire nel tempo e dovremmo dire oggi una lunga serie di no che invece non abbiamo pronunciato e non pronunceremo.
No alla prima, tragica per le conseguenze, riforma scolastica.
No all’urbanizzazione.
No alla televisione.
No ai blue jeans.
No ai supermercati.
No al Concilio Vaticano II.
No alle Regioni.
No allo psicologismo da strapazzo.
No al ‘politically correct’.
No al relativismo.
No alle riforme elettorali.
No alle partite di calcio ‘spalmate’ in più giorni.
No alla volgarità in tutte le salse spacciata per libertà.
No ai bambini senza tempo per fantasticare.
No a “siamo tutti uguali”.
No a “ogni giorno è uguale all’altro”.
No a “è tutta colpa dell’uomo bianco”.
Perfino
No ai computer.
No a internet.
No ai cellulari.
E ancora
No
No
No
Personalmente, dai primissimi anni Sessanta ad oggi, dai tempi di mia appartenenza al Partito Liberale malagodiano e dipoi da anarchico radicale di destra individualista e indipendente, con riferimento a tutti questi temi, ho detto chiaramente, ripetutamente no, senza successo alcuno.
Mi si opporrà “E’ il progresso!”
Mi guardo d’attorno, vedo gente vestita malissimo, maleducata, ignorante, alla deriva, senza riferimenti di alcun genere, in verità sottomessa e dipendente, infinitamente meno felice e rido.
Amarissimamente, rido.
Post scriptum
Mi dicono,
“Non essere tranchant.
Non puoi, per esempio, scrivere sic et simpliciter ‘No alla televisione’.
Non è al mezzo che ci si deve opporre ma a come lo si impiega”.
Non sono affatto d’accordo.
Il mezzo (televisione, internet o altro che sia) non può essere utilizzato dall’uomo – l’essere vivente più stupido, senza dubbio – in altro modo (forse, invero, in peggio; non certamente in meglio) e pertanto ne andavano e ne andrebbero impediti diffusione ed uso.
Ne andava impedita l’invenzione!
E ancora: sto usando la da me vituperata internet.
Come diceva Walt Whitman:
“Ci sono contraddizioni in me?
Certo, io sono immenso: contengo moltitudini!”
Mauro Della Porta Raffo
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