Chi vorrebbe abolire il presepe perché nuocerebbe alla coesistenza con i credenti islamici o è in malafede o non capisce niente di questa religione e dei suoi seguaci. L’Islam, infatti, riconosce in Gesù l’ultimo dei profeti di Dio tant’è che i leader palestinesi la notte di Natale, probabilmente proprio mentre starete leggendo queste parole, si recano ad ascoltare la messa officiata dal patriarca latino di Gerusalemme.
Sicché è stato con un po’ di rivalsa identitaria che quest’anno ho ripristinato la tradizione del presepe con la capanna, la mangiatoia, il bue, l’asinello, i Re Magi, la stella cometa, San Giuseppe e la Madonna in estatica postura.
Questo però non mi ha impedito di pormi una sincera domanda: ha ancora senso farlo il presepe? La risposta è stata sì perché il senso della nostra civiltà è in quell’immagine del divino neonato della mangiatoia di Betlemme. Tutta la forza dei nostri ordinamenti civili, tutta la potenza, tutta la luce del Cristianesimo è in questo Dio che anche stanotte sceglierà di nascere bimbo e povero, per ricordarci che la nostra vita diventerebbe un inutile passaggio su questa terra, se non fosse arricchita dallo stupore, dall’entusiasmo e dall’innocenza propri di un bambino.
Ma il presepe è anche una sosta dello spirito nell’affanno della vita, è un’oasi di pace posta in un angolo del nostro cuore, più che della nostra casa. La sua rustica essenzialità serve a ricordarci che il Natale è qualcosa di più dei regali e delle luminarie. È Cristo, come dire il simbolo della giustizia, della carità, della libertà e della pace.
A molti di noi ancora oggi non è del tutto chiaro il perché un Dio onnipotente si sia dovuto fare uomo per redimere l’umanità. Ma se Gesù fosse stato lo stesso Onnipotente non avrebbe potuto redimerci ma soltanto perdonarci; se, invece, fosse stato soltanto uomo, avrebbe avuto bisogno egli stesso di redenzione.
Il bambino del presepio, dunque, è umano e divino; umano in modo che – nella sua nudità – possa rappresentarci nella nostra fragilità terrena, divino affinché i suoi insegnamenti conservino per noi un valore impegnativo ed assoluto.
Ma il presepe è anche altro. È il punto intorno al quale questa sera si agglomerano le famiglie perché i figli adulti sono tornati a riunirsi – come facevano da bambini – presso i genitori, in un’atmosfera di pace e serenità.
E ammirando il presepio in questa magica sera, potrebbe perfino succedere di sentire sulla vostra spalla la rassicurante mano di coloro che, ormai, vivono soltanto nel vostro cuore, facendo sì che anche i vecchi di casa ritornino bambini. Per una sera, come una volta. Tanti anni fa.
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