Attualità
COME SARÀ IL 2016?
GIANFRANCO FABI - 23/12/2015
All’inizio di ogni anno è quasi d’obbligo ricordare la domanda del “passeggere” al venditore di almanacchi nelle Operette morali di Giacomo Leopardi. “Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?”.
E ad ogni inizio d’anno non ci facciamo mancare i gesti simbolici per indicare un cambiamento non solo formale: dai botti allo champagne, dagli auguri alle promesse, magari anche buttando dalla finestra (speriamo simbolicamente) qualche vecchio arnese di casa.
“Si principierà la vita felice?”. Per ogni lettore che ci legge, speriamo sinceramente di sì. Perché è da ognuno di noi che bisogna partire. Troppo spesso si dimentica che la società è fatta di persone, che l’economia è guidata dalle scelte dei singoli, che la politica dovrebbe essere un servizio ad ogni cittadino.
- E allora il primo augurio è ad ogni persona, nella sua originalità e nella sua individualità. Un individuo non solitario, ma centro di relazioni, intreccio di rapporti, rete di condivisione. Un individuo con i suoi problemi e le sue speranze. Una volta tanto non annegato nei numeri e nelle percentuali delle statistiche. La felicità è una dimensione personale, ma è ancora più piena quando è condivisa.
- Il secondo augurio è per Varese. Una città che su queste pagine, pur virtuali, avevo definito la bella addormentata e che in qualche modo ha avuto una scossa con le prime scaramucce preelettorali. Le primarie del centro-sinistra sono state una cosa seria, dove si è parlato di problemi e di emozioni, di esperienze e di progetti. Si sono confrontate persone di alto livello, unite dalla volontà di affrontare i problemi da troppo tempo aperti: dalla caserma al teatro, dal Sacro Monte al lago. A giugno si voterà: la speranza e l’augurio è che si voti per la città, non per Renzi o Salvini.
- Il terzo augurio, allargando il cerchio, va alla Lombardia. Ed è l’augurio che il 2016 porti a raggiungere qualche risultato concreto. Innanzitutto il dopo-Expo con l’avvio concreto di un progetto per sostenere la ricerca, l’innovazione e le piccole e medie imprese. Poi la città metropolitana con Milano che anch’essa rinnoverà la sua amministrazione. Poi ancora i collegamenti con la vicina Svizzera, che inaugurerà il tunnel ferroviario più lungo del mondo avvicinando la Lombardia al Nord Europa, e con il porto di Genova.
- Ovviamente a questo punto viene l’Italia. L’augurio è che il 2016 porti un po’ di serena operosità. Il 2015 si è chiuso con la brutta figura del Parlamento che a lungo non saputo eleggere i nuovi giudici della Corte costituzionale, con le strumentali polemiche sulle banche accompagnate da disinformazione e pericolosi allarmismi, con un’economia ancora con il fiato corto nonostante qualche spunto positivo a livello di crescita. Sembra quasi che almeno una parte del Paese voglia complicarsi la vita e continuare a sperare in un successo politico fondato sulle disavventure degli altri con il rischio che a pagare siano poi tutti. I sindacati legati ai vecchi schemi, gli imprenditori restii ad investire, i politici che considerano le imprese una mucca da mungere sono tutti elementi che hanno portato l’Italia ad avere la recessione più grave e la ripresa più lenta. E se a questo aggiungiamo la mancanza di vere politiche per le famiglie, quelle tradizionali, per contrastare il declino demografico abbiamo l’immagine di un Paese sempre più vecchio, costoso e immobile. Le previsioni non danno particolari segnali di cambiamento, anche se la ripresa dovrebbe continuare soprattutto grazie al buon andamento delle esportazioni favorite a loro volta dalla debolezza dell’euro rispetto al dollaro e dai ribassi dei costi delle materie prime e dell’energia. L’augurio è che si possa finalmente uscire dalle sabbie mobili della stagnazione e ridare fiducia alle persone e alle imprese.
- Da ultimo non resta che il mondo. Fare previsioni è difficile e forse inutile. C’è una guerra aperta contro il fanatismo islamico, ci sono conflitti locali non solo nel mondo arabo, ci sono tensioni interne in molti paesi dell’Africa e dell’America latina. Ne sappiamo poco perché i nostri mezzi di informazione sono troppo occupati a parlare dei delitti, dei processi, delle storie della mafia e della criminalità. Il 2015 si è comunque chiuso con un buon risultato: quello dell’accordo raggiunto a Parigi per ridurre i gas serra che stanno provocando un pericoloso innalzamento delle temperature medie dei pianeta. È un risultato ottenuto anche grazie alla pressione morale di Papa Francesco con la sua enciclica “Laudato sì”, un’enciclica giudicata erroneamente come un semplice manifesto ecologista e che invece rappresenta una grande esaltazione del valore positivo della realtà e del creato. E allora ricordiamo che il 2016 è l’Anno Santo della misericordia, un Valore (con la v maiuscola) che riguarda l’umanità più profonda. L’umanità. Una parola in cui è racchiuso un sentimento individuale e insieme tutte le persone del mondo. Una parola indispensabile per avere in questo 2016 “una vita felice”. Auguri.
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