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Cultura

IL LATTE DELLA VITA

PAOLA VIOTTO - 18/12/2015

dettaglio copertinaLa rappresentazione della Madonna che allatta è una delle più antiche dell’arte cristiana, già presente nelle catacombe Per la verità quando gli Vangeli raccontano la Natività non si soffermano sul momento dell’allattamento, ma ai primi cristiani era chiaro che il piccolo Gesù, come ogni altro neonato, aveva avuto bisogno del latte della sua mamma. Così i testi liturgici, le preghiere le riflessioni dei Padri della Chiesa tornano spesso su questa scena, in cui vedevano espresso il mistero dell’Incarnazione, di Dio che si fa uomo.

Nata in Medio Oriente, la rappresentazione della Madonna del latte conobbe una grandissima fortuna anche in Italia tra Duecento e Quattrocento, grazie soprattutto all’opera degli ordini mendicanti, in particolare dei Francescani. Un’immagine di Maria allattante fu affrescata anche a Greccio, nella grotta in cui San Francesco aveva fatto il primo presepe.

Non stupisce quindi trovare immagini della Madonna del latte sui muri delle nostre chiese e nelle corti delle antiche case. Ciò che sorprende è piuttosto il grande numero di queste rappresentazioni, soprattutto tenendo conto del fatto che molte sono andate perdute perché non più capite, oppure sostituite da immagini che si riferivano a devozioni più moderne come quella per la Madonna del Rosario, oppure per pura e semplice incuria.

Lavorando con un gruppo di ricerca alla preparazione della mostra “Cosa nutre la vita. Il cibo, l’arte sacra nel Varesotto e Canton Ticino” presentata a maggio a Varese e successivamente in vari luoghi della provincia, ne abbiamo censite più di centoventi. E’ nato così il progetto di raccoglierle in un volume, realizzato con le stesse curatrici Laura Bonicalzi, Sara Poretti e Francesca Urizzi, che esce in occasione del Natale dall’editore Pietro Macchione, grazie a un contributo della Fondazione Comunitaria del Varesotto.

E’ un libro pensato come una serie di itinerari alla scoperta di immagini che a volte sono ancora molto amate e oggetto di una perdurante devozione, altre volte sono ormai quasi dimenticate e non più riconosciute nella loro specificità. Molte di esse si trovano in edifici che meritano una visita anche soltanto per la loro collocazione suggestiva in luoghi di grande bellezza naturale, come nel caso delle chiese e delle cappelle intorno al Lago Maggiore. Un particolare approfondimento è dedicato ai santuari sorti intorno ad immagini della Madonna del Latte, come Angera, Morbio o la Madonna della Ghianda a Mezzana. Alle opere di maggiore qualità formale sono inoltre dedicate specifiche schede, a cui hanno collaborato Anna Maria Ferrari e le Romite Ambrosiane di Santa Maria del Monte, che custodiscono all’interno del loro monastero un bell’affresco dei primi del Cinquecento.

Il volume viene presentato sabato 19 alle 17,30 a Gallarate presso la Libreria Rinascita, su iniziativa del Centro culturale Tommaso Moro, che ha promosso la mostra e il libro insieme con il Centro Culturale Kolbe e il Liceo Sacro Monte di Varese.

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