Vince le primarie Galimberti, neppure quarant’anni, avvocato, esordiente sulla scena politico-amministrativa. Il centrosinistra candiderà lui a sindaco nelle elezioni della primavera 2016. Si conferma la tendenza popolare degli ultimi due anni: la Varese che s’oppone alla ventennale supremazia del centrodestra chiede di essere rappresentata da un volto nuovo. Lo incarnavano (lo incarnano) Zanzi e Galimberti, il primo ha fatto una lusinghiera figura (574 voti su 2706 votanti) , il secondo ha compiuto un’impresa (888 voti). E’ infatti un’impresa aver battuto il compagno di partito Marantelli (859 voti), parlamentare, ex consigliere regionale e comunale, icona del Pd bosino, favoritissimo della competizione. Più che dignitosa la prova di De Simone (367 voti), che anni fa era già stato sui banchi municipali.
Galimberti vince di poco, ed ora è chiamato a una grande responsabilità: non disperdere il patrimonio di lavoro, passione, affidabilità, consenso costruito, oltre che da sé stesso, dai rivali/sodali di coalizione. Ciò significa conservare l’alleanza tra Partito democratico e movimento civico Varese 2.0 e cercare di allargarla, condividendo le scelte con i partner ed evitando iniziative solitarie. Solo in questo modo l’aspirante a Palazzo Estense può avere la speranza di giocare con possibilità di successo la partita del 12 giugno contro il blocco Lega/Forza Italia/Udc/Ncd che ha gestito finora il potere municipale e che resterà sostanzialmente unito anche alla prossima tornata elettorale, pur con qualche defezione.
La vittoria ripaga Galimberti di un impegno promozionale-organizzativo sul territorio iniziato molti mesi fa e conclusosi con un puntiglioso “porta a porta” per coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini. La sconfitta di Marantelli, clamorosa per la statura del personaggio e perché a sostenerlo era la componente renziana dei democrats, potrebbe rivelarsi un vantaggio: il centrosinistra non perderà il suo parlamentare (fatto che si sarebbe verificato nel caso in cui fosse diventato sindaco), e se ne potrà giovare in un eventuale governo locale.
A Varese 2.0, movimento simbolo dello spontaneismo critico/documentato/propositivo è ascrivibile il merito dell’allerta popolare su problemi cruciali per il presente e il futuro della città: le sue mobilitazioni dell’opinione pubblica, avviate tra noncuranza/apatia/distacco dei partiti d’opposizione alla giunta Fontana, hanno convinto il Pd -dentro il quale circolavano pulsioni contrarie all’idea- a percorrere la strada maestra delle primarie, infine rivelatasi premiante. E’ una strada degna (degnissima) d’essere proseguita nel percorso unitario verso la meta finale, ancora assai lontana e di non facile raggiungibilità.
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