Non corrono proprio i tempi migliori per ricordare i 70 anni della Pallacanestro Varese ma l’evento in sé un riconoscimento se lo merita.
Purché si parli solo di nascita del sodalizio perché il basket a Varese si giocava da parecchio tempo prima.
Una nascita, quella dei bianco-rossi, preceduta da molti anni, da quella dei “GUF” (Gruppi Universitari Fascisti) e, prima ancora, da giovani baldanzosi, capitanati dai Bai e dai Pagani che si ritrovavano nella palestra di via Parravicini quella, per la precisione, della “Ginnastica Varesina” e via così venendo avanti con i fratelli Giorgi mentre per venire a nomi noti, anche nei tempi più recenti, quel Sergio Marelli che già nel 1938 faceva parte della rappresentativa varesina aggiudicataria del titolo di campione provinciale.
La Pallacanestro Varese, invece, ruotò intorno alla grande passione del Presidente Bettinelli mai sufficientemente lodato nella storia del basket locale.
Bettinelli che al basket era inopinatamente arrivato, era presidente un po’ tutto fare mescolando alla sua passione per la pallacanestro – e forse ancor più per Varese – l’appoggio economico favorito da una florida ditta di carrozzine e lettini per bambini che mostrava i propri eccellenti prodotti in un negozio proprio all’angolo di piazza Monte Grappa con Via Marconi (oggi occupato da un grande complesso per abbigliamento) proprio a fianco all’allora Caffè Pini dove Bettinelli con i suoi consiglieri (Marelli padre, Magistri, Guzzi, Laudi e qualche altro) si trovava per visionare e studiare le vicende della squadra.
Quest’ultima ai quei tempi era guidata da quel campione che fu Enrico Garbosi trasferitosi (una prima volta) a Varese in qualità di allenatore e giocatore.
Nelle file della squadra di Bettinelli militarono, poi, ancora Sergio Marelli, i fratelli Giobbi e altri varesini. Bettinelli continuò nella sua presidenza artigianale fin che si vuole ma non avara di soddisfazioni fino all’epoca di inizio delle sponsorizzazioni la prima delle quali fu con la Storm il cui responsabile (Sassi) sportivamente volle che Bettinelli rimanesse alla presidenza della squadra, così come fece, in un primo tempo, anche Giovanni Borghi all’epoca della presenza iniziale della Ignis.
Di qui in poi, arriva il passato più recente quello di tutte le glorie e di tutte le meraviglie del basket varesino a colori mutati fin che si vuole ma sempre varesino.
Ma questa è storia “vicina” per averla vissuta da alcuni e, comunque, rimasta nella mente e nel cuore di tutti per le sue insuperabili vicende.
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