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Politica

PRIMARIE/1 PAROLA AI VARESINI

GIUSEPPE ADAMOLI - 11/12/2015

tendaPrimarie innovative quelle di domenica a Varese per tante ragioni. Questa prima volta è la premessa necessaria per il cambiamento che la città richiede. Varese è anche la prima città, fra quelle che vanno al voto l’anno prossimo, a definire assetto politico e prospettiva amministrativa. Scelta giusta. Dopo quasi tre decenni di opposizione alla Lega e ai suoi alleati è indispensabile che la campagna elettorale cominci subito dopo la pausa natalizia con lucidità e concretezza. Soprattutto tenendo ben ferma la barra sull’unità della coalizione Pd-Varese 2.0.

Le primarie non sono un metodo perfetto per selezionare i candidati ma è il più idoneo in questo lungo momento di sentimento popolare anti-partiti. I segnali preoccupanti a questo proposito sono infiniti e non è nemmeno il caso di richiamarli. Basti dire che l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, nei pochi giorni in cui ha impersonato questo umore, ha visto il suo appeal accrescere a dismisura. Far sentire partecipi i cittadini delle scelte che li riguardano è un antidoto alla sfiducia.

Risalta enormemente il contrasto di metodo e di sostanza con il centrodestra che continua con le trattative a porte chiuse in un quadro fosco e litigioso. La Lega sfoggia insulti sanguinosi verso Forza Italia. I berlusconiani sono sempre più divisi fra chi rivendica un’antica fedeltà ai vecchi schemi ed altri attratti da Verdini e Fitto ma incapaci di un soprassalto di dignità. Nuovi gruppi (i “bavaresi”) nascono per cercare di mantenere la presa di potere sulla città. Il risultato di questa macchinosità, tutt’altro che trasparente, sembra essere un candidato, Stefano Malerba, che non ha mai mostrato nessun interesse amministrativo e istituzionale. Quasi come dire che si potrebbe tirare a sorte il nome del sindaco fra i notabili della città.

Fra le ragioni che rendono queste primarie innovative ed originali due sono da sottolineare. La prima: la coalizione ha sottoscritto e presentato una cornice politico-metodologica più che un programma preciso e compiuto. Ha anche concordato, certamente, una serie di appunti programmatici che però saranno completati e perfezionati a cura del candidato sindaco. L’elettore delle primarie non solo sceglierà la persona ma influirà sul progetto amministrativo.

Seconda ragione: il candidato sindaco potrà presentare una sua lista per includere uomini e donne che possano giovare alla causa per esperienza, cultura, rappresentatività. Sia l’approfondimento programmatico sia questa lista dovranno rispettare lo spirito dell’accordo di coalizione ma è del tutto evidente il peso della responsabilità aggiuntiva che grava sulle spalle di chi vota alle primarie. Non capita spesso di assistere ad una delega di tale portata.

Per questi motivi è augurabile (e prevedibile) un’alta affluenza alle urne che vada molto oltre la sfera dei militanti e degli amici dei candidati. A Varese questo schieramento vince solo se dimostra di saper interpretare l’anima profonda della città, solitamente prudente e conservatrice ma in questa fase insoddisfatta ed irrequieta. L’ampliamento della partecipazione è decisivo per incrociare e soddisfare questa sensibilità.

I quattro candidati hanno storie personali diverse e formano una squadra variegata ma con valori comuni e unita dalla volontà del profondo cambiamento. Nelle vere elezioni dell’anno prossimo avrà più probabilità di vincere chi risulterà più credibile rispetto a questo impegno. Il giudizio preliminare tocca domenica ai varesini.

 

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