San Fermo di Varese. Ho letto sulla stampa locale che nel quartiere vecchio alcuni cittadini si sono messi assieme per svolgere attività tra loro di interesse culturale. Ho allora scritto al sindaco e all’assessore alla Persona e alla Famiglia del Comune di Varese per chiedere loro se siano informati dell’iniziativa e se abbiano intenzione di patrocinarla e di promuovere la realizzazione di un uguale moto popolare in altri quartieri del Comune, ampliandone lo scopo. Ho quindi chiesto loro se intendessero rendersi protagonisti di un’azione educazionale innovativa per favorire il progresso sociale.
Se fosse davvero loro volontà di fare Varese capitale del volontariato, come è stato detto dagli organi di informazione locale, gli ho suggerito di rendersi protagonisti di uno sviluppo di una partnership pubblico-privato tra pubblica amministrazione e mondo della cooperazione, in grado di raggiungere e aggregare un numero significativo di cittadini sul territorio, di governare e accelerare la diffusione di modelli in grado di generare impatti positivi per la comunità.
Guardando alla sharing economy, il comune di Varese avrebbe l’opportunità di valorizzare e creare le condizioni affinché le iniziative e le spinte che partono dai cittadini e dalle imprese diventino opportunità di crescita per la città. Fare un passo in avanti verso una nuova concezione di rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini basato sulla collaborazione, che preveda processi innovativi aperti che comprendano anche fasi di consultazione con soggetti privati.
La cooperazione – grazie alla forte tradizione mutualistico-cooperativa dell’Italia – ha un ruolo centrale nel facilitare l’incontro tra persone, interpretare bisogni e generare servizi utili allo sviluppo della green economy. L’economia collaborativa ha le sue radici nella cooperazione che al proprio interno ha già sviluppato forme associative in grado di accompagnare e sostenere le iniziative che partono dal basso che in questi anni si stanno sviluppando.
Un Comune così strutturato potrebbe promuovere comportamenti idonei ad aumentare la consapevolezza dei cittadini sui vantaggi ambientali ed economici, derivanti dalla razionalizzazione dei consumi; sviluppare e testare strumenti per aiutare le famiglie a valutare e ridurre i propri consumi e sperimentare azioni di risparmio collaborative tra cittadini che vivono insieme o che condividono spazi e interessi; conseguire una effettiva riduzione dei consumi nelle abitazioni e negli edifici; sostenere l’adozione di piccole tecnologie e soluzioni smart in grado di favorire il risparmio delle risorse (acqua, energia, rifiuti); valorizzare le tecnologie innovative per supportare lo sviluppo della green economy a livello locale; promuovere aggiornamenti delle politiche pubbliche ambientali a sostegno delle famiglie e della green economy. Ho, insomma, scritto loro con la speranza che venga accolto quanto suggerito.
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