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Sport

DOVE VAI OPEN?

ETTORE PAGANI - 27/11/2015

openL’accostamento biblico può apparire anche improprio presupponendo quello una risposta certa rispetto all’altro – il cestistico – tutto fatto di dubbi. Alle magre (non sempre…) di campionato la squadra biancorossa alterna qualcosa di buono in coppa in una via tortuosa e piena di curve pericolose.

Difficile, dunque, parlare di certezze in positivo mentre in negativo quanto a campionato, ovviamente, di maggior interesse rispetto alla coppa, le perplessità rimangono tutte e in piena evidenza. Non si ha ancora, insomma, l’idea che la squadra abbia una sua personalità; le mancano almeno un paio di uomini guida sui quali basare, senza incertezze, la regolarità nel rendimento, quello che dà fiducia agli altri e, soprattutto, all’allenatore che sa su chi contare sempre nelle partite esterne come in casa.

Mancano tra i biancorossi gli uomini guida quelli che al momento dell’incertezza in partita sanno prendere in mano la situazione e riorganizzare tutto. Quegli stessi uomini che, viceversa, sappiano dare il colpo di grazia al momento in cui le cose si mettono bene. Si chiamano uomini squadra. Nelle file della Open non ci sono. O almeno per ora si vedono poco.

Un avvicendarsi di nominativi alla ricerca della medicina indicata non ha approdato a risultati utili. Mancando il faro si fa posto, inevitabilmente, all’improvvisazione senza forza di reazione al male o di chiudere i giochi nel bene. In questa situazione non è facile neppure giudicare l’operato dell’allenatore che con i campioni in campo fa sempre bella figura. Più probabilmente non sono state particolarmente fortunate le scelte negli arrivi forse anche in conseguenza delle necessità di bilancio anche se, a onor del vero, un mercato piuttosto avaro in fatto di eccellenze ben poco poteva presentare insomma, sembra di poter dire, ora come ora, che il tunnel non presenti spazi illuminati.

 Ferme restando le speranze di cambiamenti a un avverarsi delle quali tutti si adeguerebbero felicemente.

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