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Opinioni

LO SMARRIMENTO CHE CI PRENDE

FELICE MAGNANI - 27/11/2015

?????????????????????????????????????????????????????????Viviamo un momento attraversato da un’inquietudine esistenziale che scuote il cuore dell’uomo lasciandolo in preda a stupore e sgomento. Vorresti dare risposte certe, sicure, capaci di restituire all’incertezza la speranza, alla paura la consapevolezza, alla violenza la pace dell’anima, ma sembra impossibile. Sembra impossibile far comprendere a chi non conosce la tua lingua che la vita è troppo preziosa per essere cancellata a colpi di proiettile.

Sembra impossibile far capire che non è colpa tua se le cose stanno così e che avresti voglia di vedere il sorriso stampato sul volto degli esseri umani. È tutto così impossibile che ti senti smarrito non per paura, ma perché non riesci a far capire che è bello vivere insieme assaporando le diversità, cercando di cogliere la bellezza che è in ciascuno, il desiderio di collaborazione e di condivisione che anima il nostro desiderio di vivere.

Ma è davvero tutto così impossibile? È così impossibile immaginare un mondo di nuove opportunità, dove gli uomini si mettono insieme per costruire insieme speranze di vita? È così impossibile pensare che le religioni siano espressione divina della fratellanza? Parigi è un colpo al cuore, ma non solo Parigi. Se impedissimo al nostro sguardo e al nostro cuore di osservare la storia nella sua interezza commetteremmo un errore imperdonabile.

Ogni guerra ha i suoi errori, la violenza conduce alla violenza, l’egoismo conduce inevitabilmente alla ritorsione. La storia è in molti casi una interminabile catena di errori, incomprensioni e prevaricazioni, egoismi, guerre fatte per impedire all’altro l’esercizio della sua libertà. Forse l’umanità non ha meditato abbastanza sul significato della libertà umana, cercando di soddisfare solo quello che le faceva comodo. Spesso ha sfruttato la sua intelligenza per dimostrare che eravamo i più forti, senza pensare che ogni uomo coltiva un sogno. Si è dimenticata degli altri trasformandoli in vittime della disperazione, senza ricordarsi che nulla di quello che è stato scritto viene cancellato. Parigi è un pensiero profondo. È conferma di un fallimento o punto di partenza? Fine o inizio?

Nulla di quello che è stato si cancella. La memoria resta immobile per ricordarci che anche la follia cova le sue rivincite. Parigi è l’Europa che piange e s’interroga, che non trova pace e che guarda al passato per rispondere agl’interrogativi del presente. Parigi è un segno che urla, che richiama gli esseri umani al risveglio. Parigi è vittima di un male che chiede di essere analizzato e curato, perché smetta di produrre odio e violenza. All’Europa spetta il delicato compito di diventare l’arca di un’alleanza che illumini cuori riempiti di odio, riabilitazione globale in cui ciascuno si senta degnamente menzionato e rappresentato senza per forza imbarcarsi verso orizzonti senza ritorno.

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