Il ministero dell’Ambiente non è in grado di dire “con esattezza” quante delle oltre 1.100 ordinanze contingibili e urgenti adottate dai presidenti delle Regioni e dai sindaci in materia di rifiuti negli ultimi due anni abbiano avuto come fine quello di consentire lo smaltimento in discarica dei rifiuti tal quali o semplicemente tritovagliati. Lo ha dichiarato il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, rispondendo a un’interrogazione dei deputati del M5S, che ricordavano come una circolare del ministero del 6 agosto 2013 abbia chiarito quali sono le attività di trattamento cui devono essere sottoposti i rifiuti urbani per poter essere ammessi e smaltiti in discarica, superando di fatto la circolare emanata “pro tempore” dal ministero dell’Ambiente il 30 giugno 2009. Circolare che definiva “trattamento” ai fini dello smaltimento dei rifiuti in discarica anche la tritovagliatura e stabiliva che a predeterminate condizioni la “raccolta differenziata spinta” poteva far venir meno l’obbligo di trattamento ai fini del conferimento in discarica.
Con la circolare dell’agosto 2013, invece, come dichiarò l’allora ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, si rispondeva ai rilievi mossi dalla Commissione europea e veniva “definitivamente chiarito quali sono i trattamenti necessari per il conferimento dei rifiuti in discarica, dove non potrà arrivare mai più il cosiddetto ‘tal quale’, anche se sottoposto a tritovagliatura”.
Tuttavia, l’articolo 191 del decreto legislativo n. 152 del 2006 autorizza Regioni, Province e Comuni a emettere “ordinanze contingibili e urgenti per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti, garantendo un elevato livello di tutela della salute e dell’ambiente”. Le ordinanze vanno comunicate entro tre giorni al governo, non possono durare oltre sei mesi, non possono essere reiterate per più di diciotto mesi ma, “qualora ricorrano comprovate necessità”, questi termini possono essere derogati d’intesa col governo.
Detto tutto ciò, il governo, non conoscendo “con esattezza” i dati, a causa del “metodo di classificazione adottato”, non ha fornito neppure un numero di massima su quante delle oltre 1.100 ordinanze degli ultimi due anni abbiano consentito lo smaltimento in discarica dei rifiuti tal quali o semplicemente tritovagliati, ricordando, però, di essere “impegnato quotidianamente in una attività di verifica e controllo” di queste ordinanze.
In base a quanto sopra ho scritto al sindaco del Comune di Varese chiedendogli se abbia avuto la necessità di emettere ordinanze per consentire lo smaltimento in discarica di rifiuti tal quali o semplicemente tritovagliati e un aggiornamento sulle percentuali raggiunte dalla raccolta differenziata in città, come venga trattata la porzione indifferenziata (sacco viola) dei rifiuti e dove la stessa venga poi smaltita.
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