Caro direttore,
a proposito del dibattito in corso sul futuro municipale della città, credo che chi la carica di Sindaco di Varese l’ha ricoperta (e ci si è poi ricandidato anni fa con una lista civica) debba imporsi riserbo di “merito” sui singoli schieramenti politici, se non altro al fine di non aggiungere confusione a confusione. Tanto più che questa sembra regnare – in verità non solo a Varese – presso tutte le forze che stanno, in questo momento, “scaldando i motori”.
Devo aggiungere che la confusione è pressoché inevitabile, data l’estrema difficoltà del momento. Tante persone di buona volontà le quali intendono impegnarsi nella corsa per le prossime amministrative, infatti, devono tener conto d’un fattore che, sino a poco tempo fa latente, ora sta esplodendo: il sempre più acuto conflitto – dovuto soprattutto, ma non solo, alla carenza di risorse – fra poteri locali e autorità centrali (nazionali ed europee). Conflitto che, per ora, sembra risolversi a vantaggio di queste ultime. Con la conseguenza che tutti i candidati (specie quelli un domani “vincenti”) devono armarsi sin d’ora del coraggio più difficile: quello dell’impopolarità. Impopolarità derivante dall’impossibilità sia di fare fronte a tutte le richieste provenienti dalla società civile sia anche solo di mantenere tutte le promesse (forzatamente) fatte in campagna elettorale.
Spero che questa mia breve lettera contenga almeno uno spunto di riflessione utile per tutti.
Raimondo Fassa
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