Ormai gli episodi grandi e piccoli di ordinario degrado si susseguono senza soluzione di continuità in Varese e nelle altre principali città della provincia. Per rendersene conto basta seguire con un minimo di attenzione le recenti cronache cittadine e anche alcuni “social” dedicati al tema. In centro bivacchi notturni in Piazza Canonichetta a due passi dalla Basilica di San Vittore e dalla rinvigorita Piazza Giovine Italia; schiamazzi, bottiglie rotte abbandonate quasi ogni sera in Piazza Ragazzi del ’99; la scuola di via Como violata da un senza fissa dimora con il consueto corollario di muri imbrattati e sporcizia abbandonata nelle adiacenze della stazione Nord, area spettrale nelle ore serali e notturne.
Appena fuori porta, ovvero sulla Strada Provinciale numero 1, in un distributore si formano con ottusa regolarità mini discariche a cielo aperto, per non parlare della pista ciclabile del lago frequentata e spesso maltrattata; al Sacro Monte addirittura viene segata la sbarra che bloccava il passaggio in fondo a via Monte Tre Croci; sotto il cavalcavia della tangenzialina, in zona incolta e abbandonata, due meritorie GEV (Guardie Ecologiche Volontarie) fuori servizio intercettano l’autore dello scarico abusivo di inerti frutto di una ristrutturazione edile. Tutti episodi con una loro becera specificità e un denominatore comune: l’alta probabilità di farla franca e il pagamento di un conto assai poco salato qualora si venisse scoperti e identificati.
È evidente che il ripetersi ormai quasi rituale di questi episodi contribuisce a diffondere una crescente sensazione di insicurezza alla cui base c’è lo scivolamento nel degrado di alcuni pezzi importanti di città. Emblematica sotto questo aspetto l’area di Piazza Repubblica, di via Medaglie d’oro, dei piazzali Trento e Trieste più la spianata del mercato di piazzale Kennedy. Lo si è ricordato più volte su queste colonne che senza un risanamento e una ricucitura urbanistica pensata, puntuale e mirata non se ne esce.
Alcuni amministratori, sindaco Fontana compreso, sembrano invece pensare che il costoso abbattimento dei gradoni possa risolvere il problema. Sono fuori strada. Tutt’al più la criticità si sposterà nella piazza stessa o nelle sue adiacenze. E non siamo per niente sicuri che la soluzione possa venire dalla problematica riprogettazione di piazza Repubblica condizionata, nella sua articolazione presente e futura, dello spropositato parcheggio sotterraneo voluto negli anni settanta.
Ovviamente diverso il discorso per il centro storico che degradato non è ma che offre zone franche a chi – tanti giovani purtroppo – mena vanto di infischiarsene dei beni pubblici e del decoro dei luoghi. Come i bivaccatori di piazza Canonichetta cui si accennava all’inizio.
In questo e in altri casi è tempo di prendere decisioni drastiche e impopolari come la chiusura, a partire da un cert’ora della sera, con appositi cancelli. Soluzione nient’affatto semplice dal profilo tecnico ma da esplorare senza ulteriori indugi e già auspicata da RMFonline per vicolo Canonichetta, oggi parzialmente coperto dalle telecamere dopo anni di estenuante attesa. Servono segnali forti e simbolici della volontà di contrastare degrado e insicurezza. Una decina di anni fa, il comune di Milano con Albertini Sindaco, se ben ricordiamo, trovò, tra le consuete polemiche strumentali e di comodo, la volontà di recintare e chiudere la notte il Parco Sempione che avvolge il castello Sforzesco, allora teatro di incuria, spaccio, prostituzione e quant’altro. La lotta al degrado e all’insicurezza è un dovere irrinunciabile e trasversale per tutti: forze politiche e privati cittadini.
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