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Lettere

PRIMARIE, L’ORA DELLA DISCONTINUITÀ

- 04/11/2015

Non sempre benvolute, soprattutto da una parte dell’establishment che ne ha osteggiato il modello in parte non omologabile, anche a Varese il centrosinistra potrà scegliere il suo candidato sindaco con il metodo delle primarie di coalizione. Si perché nonostante SEL non sia della partita (ma sarà totalmente vero?) l’accordo tra il Partito Democratico e la lista civica Varese 2.0 rappresenta un importante accordo tra il primo partito della città e il civismo che meglio ha saputo interpretare i malumori della città negli ultimi tempi. L’altro sappiamo, è rappresentato dal Movimento 5 Stelle, che come è noto ha una propria visione antagonista di tutti i partiti politici e mira dunque a poter governare in solitudine.

La domanda ora è se questa competizione e se soprattutto la qualità dell’offerta, anche nei modi in cui è stata costruita all’interno del Partito Democratico, sia sufficiente a garantire il migliore candidato del centrosinistra, in sostanza quello che dovrebbe avere le maggiori chance di poter realmente cambiare verso al lungo dominio leghista sulla scena cittadina.

Da osservatori e iscritti (da sempre) al Partito Democratico e alle coalizioni di centrosinistra prima, convinti sostenitori dell’azione di Renzi, ci permettiamo di esprimere alcune riflessioni rivolte a tutti gli elettori che hanno a cuore il successo del centrosinistra alle prossime amministrative.

Va innanzitutto detto che il centrosinistra nella scorsa tornata delle elezioni amministrative 2011, considerate da molti come un esempio virtuoso di unione di forze politiche e società civile, al primo turno abbia faticosamente raggiunto il 30 per cento dei consensi, mentre la coalizione dell’attuale sindaco abbia sfiorato l’investitura diretta acquisendo da subito oltre il 49 % dell’elettorato. E’ pur vero che al secondo turno la vittoria di Fontana sia risultata meno consistente (54-46), ma questo forse va più rubricato come ad una reazione dell’elettorato deluso dai risultati del primo turno che in sede di ballottaggio sostiene quasi per riflesso il candidato con il risultato peggiore, piuttosto che ad una reale avanzata nei consensi del candidato sindaco del centrosinistra. In pratica è avvenuto, non fino in fondo purtroppo, quello che molti del Movimento 5 Stelle si augurano possa invece avvenire ad ogni livello elettivo. Inoltre, bisogna aggiungere che nelle ultime tre tornate elettorali amministrative l’intera coalizione del centrosinistra, nelle varie forme, non è mai andata oltre il 30 per cento dei consensi (35 con Conte), numeri questi a nostro parere, oltre a dire che la città non ha mai ritenuto veramente spendibili e valide le proposte messe in campo, del tutto insufficienti in continuità ad ambire alla guida della città.

E non si può certo dimenticare che quasi tutti nel centrosinistra (e non solo) riconoscono che il 41,83 per cento dei consensi ottenuto dal Partito Democratico alle scorse europee 2014 nella citta di Varese sia imputabile principalmente alla figura di Renzi e quindi poco legati alle dinamiche cittadine.

Alla luce di queste considerazioni è facile argomentare che probabilmente con una candidatura “scontata”, anche se rassicurante (certamente, e soprattutto, per il centrodestra), il centrosinistra possa mantenere sostanzialmente lo stesso numero di elettori, in virtù del fatto dell’assenza di quella carica innovativa e distruttrice di Renzi (di schemi sociali e di liturgie politiche), e si possa cosi avviare ad una quasi certa “dignitosa” sconfitta elettorale.

Siamo perciò convinti, da semplici sostenitori del centrosinistra, che questo ragionamento venga condiviso dai molti nostri concittadini che vorrebbero invece avere l’occasione di segnare una netta discontinuità con questa amministrazione, e che dunque mai potrebbero accettare che l’offerta politica e l’orizzonte del centrosinistra consolidati dopo le primarie del prossimo 13 dicembre siano cosi prevedibili e diremo, forse banali.

E qui è dunque necessario un atto di coraggio da parte degli elettori del centrosinistra e di chiunque ritenga di poter porre concretamente fine all’esperienza di governo della Lega Nord sulla città.

Cosi per quanto è dato oggi a vedere, viene naturale affermare che la proposta del centrosinistra non possa non riconoscere nella candidatura di Davide Galimberti quelle novità e competenze che, senza scomodare i toni più ruvidi del renzismo, possano permettere di poter rompere schemi troppo consolidati, che vedono gran parte delle elite e delle intellighenzie cittadine, tentare di consegnare ancora una volta, la citta nelle “rassicuranti” mani del già noto e quant’anche, dell’auto celebrativo.

Manuela Musciatelli e Luca Ferrari

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