Dando uno sguardo alle grafiche “geopolitiche” dei capoluoghi della Lombardia solo la nostra Varese rimane contrassegnata con un bollino blu.
Questo fatto, di per sé irrilevante per noi cittadini, rischia invece di spostare il problema delle prossime elezioni amministrative da sfida per il governo delle città a “campo di battaglia” della prossima tornata elettorale primaverile tra i vari Salvini, Alfano, Renzi e Berlusconi.
E purtroppo in questa diatriba, dove vince chi sa insultare in modo più convincente l’avversario, i problemi quotidiani della nostra città finirebbero in secondo piano.
Invece noi avremmo proprio bisogno di questo. Avremmo bisogno di qualcuno che si prende cura dei nostri problemi quotidiani, si impegni per semplificare la vita a chi vuole metter su famiglia, crescere dei figli, garantirgli una libera istruzione, avviare un’attività e soprattutto in grado di dare risposte ai numerosi casi di disagio sociale.
Abbiamo bisogno di una politica che riparta dai bisogni delle persone, sia di quelle più in difficoltà ma anche di quelle che tutti i giorni, con il loro lavoro, contribuiscono a rendere la nostra Città e il nostro Paese un luogo migliore in cui vivere.
Io sono convinto che per far questo serva una politica rinnovata, che deriva da una cultura della responsabilità.
Alla politica serve infatti la responsabilità di ognuno di noi (cittadino, consigliere comunale o sindaco) di sentirsi chiamato a “servire” – ognuno nel proprio ambito – la propria comunità per renderla un luogo migliore e accogliente per costruire insieme il bene comune.
Ma se quello che anima le diverse forze politiche in campo (partito, lista civica, comitato o movimento che sia) non fosse scaturito dal desiderio di far prevalere la ricchezza delle creatività presenti nella società e la libera espressione delle persone rischiano di diventare solo dei contenitori per convogliare consensi e mantenere posizioni di potere acquisite.
Da qui parte la sfida anche per il Nuovo Centrodestra di Varese.
A nulla serve un’alleanza costruita per difendere il recinto del centrodestra o del centrosinistra.
Servono persone in grado di proporre ai cittadini un progetto di città e un modello di governo che indichi un percorso di riqualificazione e valorizzazione del territorio in cui tutti si sentano partecipi e coinvolti.
Con questo spirito, noi del NCD, abbiamo avviato un confronto con diverse forze politiche della città.
Il lavoro non è ancora terminato e i mesi successivi ci riserveranno ancora molte sorprese.
È però chiaro che le alleanze non si costruiscono pensando alla coalizione come ad una gabbia né tantomeno pensando di governare una città attraverso un “matrimonio di interessi”.
Per questo il nostro lavoro di questo periodo continua con l’intenzione di trovare compagni di strada che condividano i contenuti di una proposta politica che non cancelli le molte cose buone che sono state fatte e nel contempo recuperi quella vitalità che serve ad una città come la nostra. Una proposta che parta dalla valorizzazione di quelle realtà che con le loro iniziative portano lustro al nostro territorio, dall’ambiente all’architettura fino alla cultura, allo sport e alla capacità di fare impresa.
C’è infine un tema che noi riteniamo più importante di tutti e che mettiamo in cima all’elenco delle nostre priorità.
Siamo convinti infatti che esista in Italia un corpo intermedio che nella storia del nostro Paese ha avuto, e ha ancora, il ruolo di ammortizzatore sociale da molto prima che si inventassero le politiche sociali: la famiglia.
La famiglia è infatti il primo luogo che si interpone nel rapporto tra il cittadino e le istituzioni, dove ognuno di noi è stato cresciuto ed educato al senso del vivere comune. Ognuno di noi ha imparato a stare al mondo, ad affrontare le difficoltà grazie alla capacità del padre e della madre di introdurci alla realtà del mondo.
La politica deve guardare alla famiglia come principale risorsa per il futuro e su di essa investire risorse che avranno un rendimento molto più elevato di qualsiasi altra iniziativa.
Per noi la sfida delle prossime elezioni amministrative della città di Varese si gioca su questi campi. Ripartire dalle persone, investire sulla loro responsabilità e rispondere ai loro bisogni.
Non siamo interessati al recinto dello schieramento partitico o delle alleanze costruite a tavolino.
Solo di fronte ad un terreno comune su cui ricostruire le fondamenta per un nuovo progetto politico cominceremo a ragionare anche sulla figura del sindaco. E poco importa se cavallo di razza o ronzino di campagna, purché abbia la forza di guidare una coalizione, garantirne l’unita e abbia la determinazione necessaria per portare avanti il programma per cui si candida.
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