In queste ore il Pd cittadino ha visto andare in frantumi il suo progetto politico. L’idea di una coalizione da SEL all’NCD su cui ha lavorato a lungo si è ridotta alle primarie con Varese 2.0. Il suo segretario cittadino invece di interrogarsi pacatamente su SEL dovrebbe chiedersi perché il loro grande progetto non è decollato. E darsi risposte che non rovescino le ragioni del fallimento sugli altri. Lo diciamo perché se esiste ancora un barlume di possibilità di un accordo largo di centro sinistra questo passa per lo scioglimento delle ambiguità e dei retropensieri che hanno caratterizzato la trattativa da parte della segreteria cittadina del PD.
Per quanto ci riguarda la fine del confronto non è stata prodotta da una nostra presunta contrarietà alle primarie o, peggio ancora, da una sorta di insensibilità a lasciare che siano i cittadini a decidere. Sfidiamo chiunque a citare un documento, una frase, una battuta, in cui si possa solo sospettare l’esistenza di un tale convincimento. Evidentemente Paris parla a nuora perché suocera intenda. Ma allora lo dica esplicitamente evitando di attribuire a noi problemi che sono interni al suo partito.
Preoccupa ancora di più il fatto che, nonostante le nostre posizioni siano sempre state espresse in modo chiaro e inequivocabile, il segretario cittadino del PD continui a scantonare dai punti fondamentali. Anzi ammette candidamente che “per ragioni che ci sforziamo di comprendere, ma proprio non riusciamo a cogliere” le scelte di SEL gli apparirebbero oscure.
Allora proviamo a riassumergli, ancora una volta, le ragioni che andiamo ripetendo fin dal gennaio scorso:
necessità di definire il profilo politico e programmatico di una alleanza il cui scopo e di porre fine alla lunga stagione a guida leghista affermando l’idea di una città aperta e solidale, prioritariamente impegnata sui bisogni reali dei cittadini a partire dai più deboli, capace di anteporre la tutela ambientale e del territorio agli interessi dei singoli e delle lobby privatistiche, disponibile a promuovere ed affermare i diritti civili, individuali e collettivi, di tutte le persone senza discriminazione alcuna
costruire uno schieramento che si candida al governo della città (non certo all’opposizione) e che, per composizione e contenuti, non può che porsi in netta discontinuità con le pratiche e gli indirizzi di chi ha governato finora Varese. Uno schieramento aperto a chiunque si dichiari disponibili ad accettare la sfida ma incompatibile per uomini e soggetti espressione della Lega e dei suoi alleati di ieri di oggi. Una esclusione necessaria non per favore un favore a SEL, ma per la credibilità stessa dello schieramento
primarie di coalizione (e non di partito) come strumento indispensabile per consentire la scelta del candidato sindaco in modo democratico, trasparente, partecipato. Primarie come strumento, dunque, non come fine e pertanto non convocabili unilateralmente ma da indire solo dopo la definizione collegiale delle volontà e degli obiettivi comuni.
Su tutto questo il PD ha tergiversato a lungo per ragioni che chiunque abbia seguito gli avvenimenti con attenzione ha ben compreso. Non si scarichi perciò su SEL le responsabilità altrui.
La rottura comunque si è consumata negli ultimi giorni quando dopo aver definito bilateralmente un accordo con Varese 2.0, ed aver ignorato le nostre posizioni, il PD ha preteso che noi firmassimo un accordo scritto da altri. Questo è quanto.
Sul futuro, pur non avendo molta dimestichezza con i miracoli, confidiamo che Santa Lucia li illumini … possibilmente già a partire da settimana prossima.
Rocco Cordì – Claudio Mezzanzanica
Sel Varese
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