Bollino: sostantivo maschile, piccolo tagliando.
Anche per i primi mesi di quest’anno scolastico alcuni supermercati offrono alle scuole la possibilità di ricevere materiale didattico per mezzo della raccolta dei bollini spesa. L’idea circola da qualche anno ed è stata adottata ormai dalla stragrande maggioranza dei grandi centri commerciali. Da Coop a Esselunga alla Lidl, agli Ipermercati, fino ai meno grandi supermercati che sorgono nei nostri quartieri.
I docenti e le famiglie degli studenti che vogliono collaborare a questa iniziativa si recano presso questo o quel supermercato, ricevono un tot di bollini per ogni tot di Euro spesi, consegnano i bollini al personale incaricato della raccolta dentro la scuola … e quando la campagna scuola si conclude, di solito alle soglie del Natale, si ricevono determinati quantitativi di carta, toner, carta igienica eccetera, in base al numero di schede completate. Se i bollini sono tanti, ma davvero tanti, allora si può aspirare a ritirare addirittura una stampante, un computer, una lavagna interattiva multimediale.
Leggo in rete che il Comune di … in provincia di Novara, mediante il proprio Ufficio Istruzione, si fa promotore dell’iniziativa con un invito all’intera cittadinanza a voler raccogliere i bollini relativi al progetto (sì, lo si chiama “progetto”!) presso i punti di vendita di una grande catena di supermercati. Nella circolare si chiede di voler consegnare i bollini direttamente in Comune – all’Ufficio Istruzione – all’attenzione di …
Possibile? Ma non è l’Ente Locale a dover provvedere ai bisogni delle scuole, fornendo loro il materiale di base, se non anche le attrezzature, i mezzi tecnologici, gli arredi?
E invece no, è l’Ente Locale, povero e ormai ridotto alla fame, che si presta a suggerire i luoghi dove fare la spesa, e si augura, magari, che i carrelli delle famiglie siano ben pieni per aumentare la quantità dei bollini.
Niente da ridire nei confronti dei supermercati che sostengono le scuole bisognose del materiale più di base che esista. I supermercati fanno solo il proprio lavoro: vendono! Inoltre si ingegnano e si impegnano a convertire i bollini in materiale per le scuole, e producono lucidi e invoglianti cataloghi contenenti le fotografie del materiale didattico che viene “regalato”. Sempre meglio che offrire l’ennesimo servizio di tazzine per il caffè, o un set di spugne per il bagno o una tovaglia natalizia da 12!
Però …
Però povera scuola, ridotta a mendicare, costretta a farsi accalappiare dalla grande distribuzione, a perdere tempo per raccogliere e incollare bollini sull’apposita schedina. Forse la scuola il cui bidello si impegna a custodire i preziosi “piccoli tagliando” per poi incollarli sull’apposita schedina, dovrà risarcirlo con un compenso extra?
Qualcun altro, più malignamente, suggerirà che il tal dirigente scolastico ha privilegiato il supermercato X per motivi ideologici. Così succede che qualche scuola, per evitare contestazioni, e per non fare torto a nessuno, si attiva per raccogliere i bollini di tutti i centri commerciali aderenti all’iniziativa per la scuola.
Speravo che la buona scuola avrebbe ricevuto anche le risorse per diventare davvero buona.
So per certo che la Scuola, senza aggettivi, ma con la maiuscola, deve offrire ai bambini, ai ragazzi e ai giovani adulti ciò che le serve per funzionare.
Infine, la notizia più contraddittoria di questo articolo: anch’io sto raccogliendo i bollini per le mie amiche insegnanti. Perché le poverette hanno disperato bisogno di un computer nuovo!
Andrò ad incollarli sulla schedina, proprio adesso.
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