(C) Ragazzi, oggi non si parla né del Sinodo dei vescovi, né del teologo gay.
(S) Ma come? Con argomenti così bollenti.
(C) Il Sinodo è un argomento così serio che preferisco lasciarlo ai veri competenti. Quello del prete gay, al contrario, potrebbe essere risibile. Non fa scandalo che abbia tendenze omosessuali, ma che pretenda di avere un compagno, come se niente fosse.
(S) Non sarebbe diverso se un ‘etero’ pretendesse di tenersi la compagna. Fin qui si tratta di un problema disciplinare, tanto che se fosse stato conosciuto mentre era in seminario, di certo non sarebbe stato ordinato. Ma nemmeno se avesse avuto una particolare inclinazione per le donne.
(C) Sarebbe stata una questione di verginità, importante, ma non dogmatica, tanto che le chiese orientali ammettono i sacerdoti sposati. Ciò che sconcerta non è dover ammettere un’inclinazione al peccato, ce l’abbiamo tutti, chi in un modo, chi in un altro, è uno dei principi primi della nostra religione, ma è l’affermazione che certi atti, certe scelte non sono peccati.
(O) O non lo sono più, seguendo l’evoluzione del costume civile. Non sarebbe una buona soluzione, per mantenere valore all’etica, non farla derivare da lontane ipotesi dogmatiche, ma dal confronto con la realtà attuale? Ma non si tratterebbe di relativismo, giustamente combattuto da Benedetto XVI, ma di procedere per tentativi, per prove ed errori, e successive correzioni dell’errore.
(S) Vorresti usare il metodo scientifico, l’esperimento. Ma devo farti due osservazioni: nella scienza l’esperimento serve a formulare la legge, è una prova che permette di consolidare la regola generale, non un tentativo soggettivo; ma più ancora, se nell’esperimento qualcosa si distrugge (lo dice l’etimologia: ex-perire), poco male, si perde della materia, non un valore umano. Se in campo morale fai degli ‘esperimenti’, il danno colpisce la persona umana ed è irreversibile.
(C) La misericordia e il perdono vengono dopo, non autorizzano l’errore, vedrai come sarà chiaro, con il Sinodo, anche Papa Francesco. Su questo punto lo è sempre stato, la confusione viene dai giornali…
(S) … e da qualche teologo! Ciononostante, grande successo del viaggio del Papa in America. L’opinione pubblica non è sempre così contraria alla fede!
(C) L’opinione, ecco, di questo voglio parlare. In quei giorni ho fatto il confronto tra il successo del viaggio e una notiziola piccola piccola: il sacerdote che dice messa alla domenica nello spazio interreligioso dentro l’EXPO, lamentava la scarsissima frequentazione dei cattolici: poche decine di persone su migliaia e migliaia di lavoratori e di visitatori. Mi sono chiesto come mai ci fosse questa enorme differenza: folle da una parte, quasi nessuno dall’altra. La risposta è che il ‘mondo’ sta riducendo la fede a opinione, a ciò che i filosofi greci chiamavano doxa, il giudizio contingente e infondato, anche se comunemente accettato dai più, ma estraneo alla verità e fragile di fronte all’inganno sofistico. Se la fede non è sostenuta da un convincimento razionale, anche i comportamenti quotidiani diventano fluttuanti, puramente occasionali. È la stessa persona che non frequenta la messa, ma si affolla per incontrare il Papa, e intanto nulla di strano nel matrimonio omosessuale. Il criterio non è nemmeno il relativismo, è la reazione immediata a un’impressione o a un fastidio.
(C) Ma così si butta via non solo la fede vissuta, ma secoli di cultura e di ragione. Un percorso umano cominciato ben prima di Cristo, con Socrate e Platone. Abbiamo così paura, in occidente, della critica relativistica da dover rinunciare ad ogni speranza di verità, pur di non apparire fondamentalisti? Ma intanto lo Stato Islamico se ne frega dei nostri scrupoli, impone il suo potere e la sua legge totalizzante.
(O) È indubbio che la cultura dominante, il ‘mondo’, non accetta definizioni autoritarie del bene e del male. Non farebbe bene anche la Chiesa Cattolica a distaccarsi da questa pretesa e a porsi come una specie di mediatore, di saggio interprete delle tensioni dell’umanità, al di sopra delle parti, non pretendendo di incanalare il fiume della storia, ma scavalcandolo con un ponte per portare l’uomo più in là, facendo il pontefice, appunto? Il cristianesimo è ormai quasi l’unica religione che non proponga soluzioni ‘chiuse’ al problema uomo. Non torniamo sugli islamici, ma leggevo che si va diffondendo un fondamentalismo indù che mira a far condannare dallo Stato chi mangia carne di manzo. Sebastiano magari pensa di bombardare gli islamici fintanto che sono pochi, ma che farebbe con 700 milioni di induisti?
(C) Temo che ambedue corriate il rischio di andare, in modo diverso, oltre la dimensione storica, che è quella della Chiesa. Incarnazione vuol dire accettare di misurarsi con il contingente, con il tempo, con la finitezza, quindi con la consapevolezza di non poter mai portare a termine perfettamente il compito, ma neppure con la presunzione di non esservi coinvolti. Fa benissimo il Papa a parlare anche il linguaggio della gente comune ed usarlo per esprimere i grandi temi evangelici della carità, della misericordia, dell’uguaglianza di fronte a Dio, del rispetto per il creato e per tutte le creature, paragonandoli con le esigenze del presente, a costo di sembrare troppo terra-terra, ma non mai deviato dalle verità conosciute per compiacere il pensiero libertario dominante. Penso lo faccia proprio per inserire la parola del Signore nel pensiero, nei discorsi, nella giornata della gente comune. Così li attrae, attraverso di sé, a Gesù, cosa che non sanno fare la maggior parte dei preti nell’omelia domenicale. Affinché quella del popolo non sia una fede da opinionisti, non basta la corretta enunciazione formale della verità da parte del teologo, o il lamentoso richiamo alla morale o le garbate evocazione sentimentali delle omelie domenicali, si deve proporre e sostenere da vicino, in modo comunitario, un cambiamento di vita e di mentalità. Col tempo maturerà anche un giudizio, non più tradizionale, non più innovatore, ma più profondo. Abbiate fede, non un’opinione.
(C) Costante, (S) Sebastiano Conformi, (O) Onirio Desti
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