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Apologie Paradossali

LA FOGNA: COSCIENZA D’UNA CITTÀ

COSTANTE PORTATADINO - 24/09/2015

(O ) Hai ricevuto qualche risposta alla tua ‘cartolina’ ai possibili candidati a sindaco di Varese?

(C ) No, un po’ mi dispiace, perché le parole di De Gasperi, non le mie, mi parevano centrate. Io avevo aggiunto, solo il pepe di una piccola provocazione. Nessuna reazione nemmeno da altri politici, cui l’avevo inviata espressamente, quindi senza la scusa di non aver letto RMFonline.

(S ) Io invece non mi stupisco, stare al centro non piace a nessuno, il perché lo hai scritto tu, si diventa leader solo grazie ad una esposizione mediatica molto forte, quindi bisogna esagerare, non cercare l’equilibrio, come voleva De Gasperi, tra libertà e giustizia. Oggi, il piatto della bilancia pende da una parte, quella della sicurezza. Il cittadino italiano, anzi europeo, si sente minacciato in tutte le sue certezze e chiede allo Stato ogni genere di tutela: incolumità personale, salute, istruzione, lavoro, reddito, previdenza, giustizia. Devi sudare per garantire tutto questo, senza contare  il resto. E allora: tasse!

(O ) Per me il problema non sono le tasse e nemmeno il debito pubblico. Come lavoratore dipendente pago le tasse alla fonte,  quei soldi non mi entrano e non mi escono. Non ho risparmi in BOT e simili, non rischio di perderli. Il guaio è essere indifesi di fronte alle ingiustizie, è l’incapacità dello Stato di prevenire e di punire la quantità di frodi e di abusi di cui siamo vittime. Guarda solo il giornale di oggi: il caso Volkswagen, scoperto non dai sistemi di controllo degli Stati di tutto il mondo, ma da una piccola organizzazione non governativa, o i 974 milioni di euro della  Popolare di Vicenza, sfuggiti al controllo di sua maestà la Banca d’Italia. Non parliamo di mafia, camorra eccetera. Lo Stato deve essere amico, ma non debole, forte, ma non prepotente, deve avere tutti gli strumenti per governare, senza soffocare l’iniziativa privata. Questo intendeva De Gasperi.

(S ) Facile, neh? I poveri amministratori locali, ogni giorno una tassa nuova, poi via quella messa l’anno prima, senza dire loro come e quanto avranno dallo Stato in cambio.  Oneri senza risorse, questa è la vita dei sindaci, altro che casta. Qualche consiglio pratico dovevi dare, caro C., come far quadrare i bilanci, mica le teorie del De Gasperi del tempo di guerra.

( C ) Le soluzioni tecniche non mancano, tante volte basterebbe applicare la diligenza del buon padre di famiglia o, al massimo, le buone pratiche aziendali. Ma un ente pubblico elettivo non è né una famiglia né un’azienda, dove non ci sono elettori da accontentare, potenti o prepotenti da temere e quindi da blandire. C’è solo l’esigenza imprescindibile della rielezione, dei voti da portare al partito e a se stessi, un fine che si crede possa giustificare ogni genere di mezzo. I miei consigli pratici sarebbero sempre inattuali e inattuabili. Cosa puoi fare contro gli ottanta milioni di emendamento di un Calderoli? Contro le migrazioni di massa non di profughi, ma di senatori della repubblica dalla minoranza alla maggioranza? E si tratta di nominati, scelti dal capo più per la loro fedeltà che per il loro ingegno.

(O ) Stavolta sei tu che ti lasci andare al pessimismo, al cinismo  ben più di Conformi!

(C ) No! Sto fermo sul mio concetto, pardon, su quello di De Gasperi, che per trovare la soluzione ad un contrasto,persino  di valori, bada bene, non di interessi,  quindi più difficile, si deve approfondire.

(S ) Cioè analizzare più accuratamente il problema…

(C ) Attento! Non basta analizzare, anzi qualche volta è fuorviante, non si tratta di chimica, ma di faccende umane. Analizzare vuol dire separare, non considerare i fattori nel loro insieme; in politica è una debolezza. Approfondire è cercare la radice. Che cosa sia il bene comune non è un problema risolto una volta per tutte con un sondaggio o un referendum, eppure è una tensione cui la politica non può mai rinunciare, che si tratti dei milioni di migranti del mondo, dell’autostrada, dell’inceneritore o della tariffa dell’asilo nido. Rinunciare all’altezza di questa pretesa è la peggiore truffa che si possa permettere, perché è lo Stato, in tutte le sue articolazioni, che truffa i cittadini, quindi se stesso. Ogni scelta compiuta per opportunismo, cedendo alla contingenza, indebolirà lo Stato, più di quanto non rafforzi  il governo che la compie. Alla fine la somma sarà negativa per tutti, anche per il presunto vincitore. Se non vuoi riconoscere  che questo è stato il percorso della cosiddetta seconda repubblica, non lo vedi, almeno, con solare evidenza,  nelle ultime vicende dell’Unione Europea, sia con la Grecia, sia con i migranti?

(S  ) Bello, ma sempre molto teorico. Come farai a decidere se per il bene comune della nostra città sono più importanti le scuole o le fogne? I marciapiedi o il teatro?

(C ) La fogna.

(O ) Stai scherzando? Con tutte le tue passioni, arte, cultura, scuola, asili, socialità?

(C ) ‘La fogna è la coscienza di una città’*, lo scrisse Victor Hugo ne ‘I Miserabili’. Questa metafora fulminante e paradossale mi ha ricordato che quarant’anni fa, al mio esordio come consigliere comunale, lessi uno sfarzoso accordo programmatico di tutto il cosiddetto arco costituzionale, in base al quale il potente PCI consentiva che si varasse una giunta di centrosinistra,  espressione di una più vasta maggioranza programmatica. Un bizantinismo oggi incomprensibile. Subito dopo passando all’approvazione delle delibere ordinarie, il sindaco Ossola ci propose il finanziamento di nuovi tratti di fognature, osservando icasticamente: “Tutto quello che avete scritto sulla difesa dell’ambiente, si traduce così”. Aveva ragione, riuscite a pensare un ‘bene comune’ più comune e necessario di questo? Ma nello stesso periodo riuscimmo a far rinunciare al progetto della precedente amministrazione di statalizzare tutte le scuole materne, pur non sapendo ancora di applicare il principio di sussidiarietà.  Questa scelta appariva meno conveniente dell’altra, in  termini di pura spesa per il bilancio comunale, ma più rispettosa della libertà di educazione e della volontà delle famiglie. Voglio dire che prima devi sapere chi sei, poi le soluzioni vengono da sé .

(S ) Con te non discuto, abusi del potere di avere in mano la penna, cioè la tastiera; usi me e Onirio come pretesti, per condurre il discorso dove vuoi tu, sei rimasto un democristiano.

(*) Victor Hugo, I Miserabili, trad. ital. Zini, Milano 1988, vol.III, pag. 1214.

O = Onirio Desti, C = Costante, S=Sebastiano Conformi

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