Il 13 giugno scorso è stato pubblicato l’Instrumentum laboris relativo al prossimo Sinodo ordinario concernente la famiglia, a rielaborazione della Relatio synodi, che ha concluso provvisoriamente quell’assise straordinaria. Vi emerge la soggettività come principale sfida per la famiglia, con accentuazione del tempo necessario ai processi di crescita. Il matrimonio vi appare come una realtà naturale, che in Cristo viene elevata a sacramento e trova il suo compimento, segno della presenza del Verbo da coltivare e far lievitare verso la sua piena manifestazione. Si tratta di un approccio che integra e al contempo relativizza la dimensione giuridico-istituzionale. L’atto pubblico ne diviene elemento costitutivo sino al sì definitivo. Vi si riflette la morale della grazia, che contempla il rispetto e la fiducia. Vicendevole tra i contraenti, accoglienza e gratitudine reciproche, pazienza e capacità di perdono. Questo il punto focale per distinguere e discernere limiti e potenzialità delle diverse situazioni.
Il Sinodo vedrà la famiglia come destinataria e soggetto attivo dell’evangelizzazione, alla luce dei nuovi contesti in cui si sviluppano le relazioni familiari. Lo scopo è di evitare gli estremi del lassismo per un verso, del rigorismo per l’altro. All’attenzione la cura delle unioni ferite o irregolari mediante un’accorta e sensibile prassi pastorale e sacramentale. Nessuna intenzione comunque di minare la stabilità e indissolubilità dell’unione d’uomo e donna, aperta al principio della procreazione (Lumen fidei 52, Familiaris consortio nn.14-20), segno visibile ed efficace dell’alleanza di Dio con il suo popolo e dell’amore fra Cristo e la Chiesa. Crescente è l’importanza attribuita all’amore fra i coniugi in termini di qualità della relazione interpersonale ed elemento essenziale per la sussistenza del vincolo. Si tratta di una realtà che viene da Dio e non più nella disponibilità degli uomini. Ci può essere solo una constatazione della nullità casomai, non scioglimento del vincolo. Nell’unione personale i coniugi si donano e si accolgono reciprocamente e vi si ripropone la categoria biblica del patto, che non si configura solo o principalmente come rapporto giuridico.
Il precedente documento in merito ai divorziati risposati registrava con 104 voti a favore contro 74 l’opportunità di un cammino penitenziale sotto responsabilità del Vescovo, non godendo peraltro di una maggioranza schiacciante in proposito. Ora è necessario un approccio fenomenologico al matrimonio a partire da un’esperienza sottoposta a discernimento, considerando la misericordia il fondamento teologico e pastorale nell’azione della Chiesa. Papa Francesco ha più volte precisato che queste persone non sono affatto scomunicate e non vanno assolutamente trattate come tali. Esse fanno sempre parte della Chiesa. Naturalmente i nuovi legami vanno visti con gli occhi dei figli piccoli, che sono quelli che soffrono di più queste situazioni. La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre. Niente porte chiuse. Il card. Georges Cottier, domenicano, teologo pontificio emerito, osserva: “Nel rigorismo è insita una brutalità, che è contraria alla delicatezza con cui Dio guida ogni persona… La misericordia è dottrina. È il cuore della dottrina cristiana”.
Una riunione promossa dalla Chiesa tedesca a porte chiuse presso la Gregoriana ha messo in luce nella relazione conclusiva l’importanza della biografia individuale, che bisogna tener conto delle esperienze e dell’atteggiamento generale sulla vita. “Hanno conosciuto la colpa individuale, riguardante il fallimento e la separazione, ma non una colpa riguardante il nuovo rapporto sentimentale e il nuovo matrimonio”. Non è esatto definire questo evento biografico come un peccato permanente.
Sul fronte opposto il cardinale Gerhard Mueller (Prefetto della Congregazione della fede) ritiene che il Sinodo dovrà affrontare la sfida di trovare vie pastorali per una più forte integrazione nella comunità per persone che si trovano in situazioni difficili senza riduzioni della parola di Gesù e del conseguente insegnamento della Chiesa. Il Cardinale statunitense Leo Burke constata un generale disorientamento causato dall’eventualità che in seno alla Chiesa si apra una breccia tale da permettere l’adulterio e perfino una virtuale accettazione delle unioni omosessuali. 11 Cardinali, tra cui i nostri Ruini, Caffarra e Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto, invitano ad evitare una falsa compassione, che comprometta sia la verità che l’amore autentico.
Per molti comunque l’Eucaristia va considerata sempre più come un rimedio per i peccatori, piuttosto che un premio per i giusti.
You must be logged in to post a comment Login