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IL VARESE RIABILITA L’IPPICA

ETTORE PAGANI - 18/09/2015

Non c’è tempo per le nostalgie, per i rimpianti. Per pensare a quella prima edizione del Gran Premio Città di Varese che – con la allora strepitosa lievitazione dell’ammontare del premio a lire 7.000.000 – aveva, in fondo, dimostrato che, al cospetto del “dollaro”, anche la pista di Varese poteva bene adattarsi a cavalli di gran livello.

Vinse infatti Arson, (che la Razza Ticino aveva rilevato con tutto il meraviglioso materiale lasciato dal “grande” De Montl) che Lionello Milani aveva portato al traguardo con estrema facilità. Arson fu il tre anni migliore della generazione sì che la sua presenza al “Varese” confermava quanto si diceva più sopra e cioè la possibilità anche per cavalli di classe di correre sulla pista varesina – pur ridotta nelle dimensioni – ove la “moneta” fosse meritevole. Considerazione, questa, da prendersi, con le dovute proporzioni essendo pur sempre preferibili, per le grandi prove, piste di altre possibilità di sviluppo di una gara. Nessun rimpianto, dunque, ma solo magnifici ricordi.

Limitiamoci, invece, a prendere atto che il “semi miracolo” si è verificato. La stupenda riuscita della serata del Gran Premio 2015 lo ha dimostrato. Ovvio che, a favorirne l’attivazione, sia stata la dotazione della corsa nei suoi complessivi € 30.800,00, di cui € 15.000,00 al primo) che, con i tempi che… corrono, e pur non essendo paragonabili a cifre passate, ha costituito un sacrosanto incentivo per proprietari e allenatori di cavalli più a riposo in scuderia che a movimento in pista.

Insomma la dotazione in palio ha giovato non poco anche alle iscrizioni con un buon numero di soggetti alle gabbie di partenza che, già di per sé, conciliavano voto favorevole alla prova. Al termine della quale la vittoria è toccata a Shulkal magistralmente portato al successo dal solito eccellente Dario Vargiu.

Programma a parte ciò che ha meritato considerazione nella panoramica della serata è stato il grande afflusso di un pubblico eccezionale. Il dato più importate è questo! Una lezione a chi di dovere: una dimostrazione che l’ippica, nonostante le lacune dei suoi vertici, non vuole morire.