Chi è Tatiana?”. Ecco il tormentone escogitato da Gabriele Cirilli, ridanciano comico che esordì a Zelig qualche anno fa e che è ora uno degli eletti protagonisti al “Tale e quale show”, il varietà di successo del venerdì sera presentato in Rai da Carlo Conti. Il “Chi è Tatiana?”, misterioso personaggio di cui non si svelava mai l’identità”, ci è venuto in mente per parlare di Carmen. “Tatiana è l’amica mia che…”, diceva Cirilli sotto le mentite spoglie di Kruska, coatta romana di prosperose evidenze. E Carmen è l’amica/o nostra/o che, con in elegantissime e sofisticate vesti femminili, dà vita e, soprattutto, voce a una/o cantante-vintage naufragata/o nel vasto mare delle canzonette degli anni Sessanta, quelle di Mina, Patty Pravo, Nada, Caterina Caselli…
La doppia dicitura al femminile e al maschile è doverosa per Carmen, dietro la quale (ndr, noi diciamo subito di chi si tratta) si nasconde un bravissimo artista varesino, Graziano, simpatico quanto nella realtà indiscutibile macho che ha scelto proprio la bella Carmen per salire i palcoscenici, smessi gli abiti del bravo autore e chitarrista del complesso degli “Wow”.
Il personaggio di Carmen nacque quasi per gioco alcuni anni fa a Varese al Cavedio Bar di via Cavallotti. Graziano, che finito il liceo era andato all’estero – nel caso nella mitica Londra – per “imparare bene l’inglese”, indossava una parrucca nera o bionda, si tingeva di rosso le labbra, imbracciava la chitarra e attaccava con la sua formidabile voce “Tarattatà”, splendida canzone di Mina della metà degli anni Sessanta, del 1966 per l’esattezza. Graziano, che ormai sapeva bene l’inglese, tanto da scrivere in lingua i testi delle sue canzoni e del complesso degli “Wow”, un po’ beat, un po’ romantico, un po’ avanguardia, s’era abituato a riproporla a Londra anche nelle gallerie dell’Underground, da buon italiano in cerca di fortuna. E con “Tarattatà” altri successi indimenticabili della vera regina della canzonetta italiana dal twist “Tintarella di luna” a “È l’uomo per me”, a “L’importante è finire” (del tutto rinnovata nell’edizione di Carmen/Graziano). E poi “Ma che freddo fa” (Nada, 1969), “La bambola” (Patty Pravo, 1968), “Nessuno mi può giudicare” (Caterina Caserlli, 1966)… E via spaziando nel gurgite vasto delle migliori canzonette declinate al femminile di quegli anni favolosi.
Era un gioco, uno scherzo di intrattenimento per fare le ore piccole la notte. Ma in breve diventò uno spettacolo vero. Da serate anche internazionali. Carmen non è rimasta sola. A lei, sempre più raffinata, al suo presentatore/fidanzato/ballerino Lallo, si sono associati tre formidabili musicisti, due di rigorosa estrazione varesina – Marco Di Francesco e Giordano Rizzato (chitarra e batteria) – un terzo di provenienza varesino/milanese, Fabrizio Paglionico, tastierista e (non a caso, verrebbe da dire) psicoterapeuta: i “Les Papillons”, smoking e papillon nero.
Ora – siamo quasi alla consacrazione – Carmen et Les Papillons sono ritornati a Milano, in un luogo cult della canzonetta: la Balera dell’Ortica. Con loro ci sarà un cantante/simbolo degli anni Sessanta, più di Celentano, più di Gianni Morandi; quello che maggiormente, rispetto ai due citati, è rimasto negli anni uguale a sé stesso: Bobby Solo, nonostante un inesorabile incedere del tempo accettato con grande leggerezza. Per Les Paillons e Carmen/Mina/Nada/Patty/Caterina una nuova grande serata (sabato 19 settembre). Ma siamo certi che se ne sentirà parlare ancora.
You must be logged in to post a comment Login