Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Garibalderie

DOVE LA MAFIA È IN RITIRATA

ROBERTO GERVASINI - 18/09/2015

piana albanesi

Nella Casa del Popolo di Piana degli Albanesi

San Giuseppe Jato è il paese dei Brusca, non lontano da Palermo, non lontano da Corleone, il paese di Riina e Provenzano, e da Castelvetrano, il paese di Messina Denaro, nel trapanese.

La Cooperativa “Placido Rizzotto” ( il sindacalista della Camera del lavoro di Corleone ucciso dalla mafia nel 1948) gestisce in quei Comuni le terre confiscate, con altre cooperative come la Rita Atria (è stata una testimone di giustizia a soli diciassette anni. Si uccise una settimana dopo la strage di Via D’Amelio perché proprio per la fiducia che riponeva in Paolo Borsellino si era decisa a collaborare con gli inquirenti) a Castelvestrano, con appezzamenti a vite, olivo e seminativo, cooperative tra loro consorziate.

Libera Terra è il marchio conosciuto. Nasce oltre quindici anni fa con l’obiettivo di valorizzare territori stupendi ma difficili, partendo dal recupero sociale e produttivo dei beni liberati dalla mafie per ottenere prodotti di qualità attraverso metodi rispettosi dell’ambiente e della dignità della persona.

La mission del progetto di Libera Terra è dare dignità ai territori caratterizzati da una forte presenza mafiosa attraverso la creazione di aziende cooperative autonome, autosufficienti, in grado di creare lavoro, creare indotto.

Si è andati a vedere, a toccare con mano, noi del Comitato soci Coop Lombardia, dando anche una mano nella vendemmia ampiamente anticipata in vari appezzamenti, da Tagghia Via ( tagliavia) nel corleonese, a 550 metri di altitudine, confiscato al clan Riina, di Nero d’ Avola, un’eccellenza, nonché in contrada di Cerasa, vigneto di Trebbiano a 600 metri di altitudine, allevato a tendone, simile alla nostra pergola, in terreno sempre confiscato al clan Riina. A san Giuseppe Jato, in un appezzamento non molto esteso confiscato ai Brusca si è vendemmiato Perricone, vitigno autoctono, che dà un vino corposo dal color cremisi e violetto dal sapore intenso di mora. Sarà un buon anno questo 2015, così come il 2013 che ha visto il Nero d’Avola Centopassi della Placido Rizzotto premiato a livello nazionale tra i migliori vini di Sicilia e di tutta la Penisola. Del resto, come ha ben spiegato la giovane Valentina Fiore, amministratore delegato della Cooperativa, si punta tutto sulla qualità, dalla gestione del vitigno alla sperimentazione nelle cantine dove barrique borgognone promettono risultati ancor più lusinghieri.

I beni confiscati alla mafia diventano proprietà dei Comuni dove si trovano. I Comuni, attraverso bandi, assegnano i beni in gestione alle società che ne fanno richiesta. Le difficoltà sono state notevoli fin dall’inizio: la mancanza di una tradizione cooperativistica sana ha richiesto sforzi aggiuntivi perché la gente, dopo decenni di truffe e ladrocini era molto scettica. Coop Lombardia e Coop Adriatica si son sobbarcati il notevole onere di dare assistenza tecnico giuridica nella fase costitutiva delle nuove cooperative non solo in Sicilia ma anche in Calabria, Puglia e Campania. Non c’è solo il profitto nel mondo cooperativo.

Tecnici ed amministratori Coop sono stati trasferiti in loco e a lungo hanno operato per avviare un’impresa non certo priva di incognite e di rischi. Oggi la mafia non preme più come agli inizi degli anni 90 quando nessuna assicurazione, salvo Unipol, voleva rischiare in queste zone. Oggi la musica è cambiata, le nuove generazioni dimostrano in queste terre dinamismo e preparazione. Trentenni e quarantenni che lavorano in cooperative sono sicuramente molto motivati ma soprattutto capaci, tecnicamente ben preparati, decisi nel fissare obbiettivi sempre più ambiziosi. Siamo tornati nella terra longobarda molto ottimisti, abbiamo visto cose eccelse.

Non son mancati i momenti di forte emozione. A Portella della Ginestra il racconto di Mario Nicosia, ragazzo in quel lontano 1 maggio 1947 è stato davvero toccante. La povertà e la miseria della gente in quelle terre era estrema. Le lotte sindacali per ottenere migliori contratti di mezzadria furono dolorose e lunghe. Un racconto, il suo, strappalacrime. Nella Casa del Popolo di Piana degli Albanesi un bel crocefisso sta appeso di fianco al simbolo del vecchio PCI, ben visibile in alto.

“Noi eravamo comunisti perché volevamo più giustizia, meno miseria”. “Dobbiamo lottare anche per chi viene dopo di noi, noi siamo l’acqua di un torrente che passa e finisce in mare, noi non ci saremo più ma il torrente resta lì e l’acqua, quella che verrà, deve esser sempre limpida”. Un novantenne, Mario, con una bella resa romantica.

Al Giardino delle Memoria dove, per volontà di Giovanni Brusca, è stato strangolato e sciolto nell’acido il piccolo Di Matteo, l’incredulità si è associata al dolore. La lettura della deposizione di Chiodo, coi dettagli del caso, è raccapricciante. Così come non poteva mancare una visita in Via D’Amelio e presso l’ultima dimora a Palermo di Giovanni Falcone dove un bel ficus davanti all’ingresso è coperto da centinaia di fogli scritti.

La mafia qui è in ritirata.

Ce la faranno, ce la faremo.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login