Si avvicina il rinnovo dell’Amministrazione varesina, si vanno affacciando alcune candidature.
Non pare ancora, tuttavia, che siano enunciati con sufficiente chiarezza, i problemi da risolvere le strategie necessarie per affrontarli.
Ho in varie occasioni sostenuto che Varese ha il compito, l’obbligo di avviare una iniziativa di coordinamento e di collaborazione con i Comuni dell’Area varesina. Che può assumere un ruolo di rilievo culturale, economico, sociale che compete alla sua rilevanza nel contesto prealpino.
Storia e bellezza paesistica, più volte offese, attendono nuove adeguate visioni che sappiano rappresentare una realtà possibile e condivisa, che affrontino una non più accettabile situazione organizzativa urbana e comunale dispersa.
Una prima rilevante questione che si continua a trascurare riguarda la mobilità urbana con le sue interferenze negative per la desiderata vita di relazione e per l’impatto sulle condizioni ambientali.
Nel 1862, 150 anni fa, veniva realizzato il collegamento ferroviario tra Gallarate a Varese, che successivamente veniva esteso verso Porto Ceresio.
Le Ferrovie Nord Milano realizzavano qualche tempo dopo l’altro collegamento con Varese e lo estendevano verso Laveno. Da quei tempi, nell’ambito urbano, non si è avviata nessuna iniziativa in grado di dare un ruolo più attuale alla presenza di queste linee ferroviarie. Ci si è fermati a considerare ipotesi di una nuova stazione coordinata a servizio delle due ferrovie storiche, che indubbiamente va realizzata, ma non si è andati oltre.
Vent’anni fa le considerazioni della società Oikos incaricata della redazione del Piano Regolatore, ponevano in evidenza l’importanza dei collegamenti su rotaia nell’ambito urbano. È auspicabile e possibile avviare un rapporto con le società ferroviarie per un progetto organico di fermate intermedie rispetto alle attuali, contestualmente alla programmata (ottimistica) entrata in funzione del percorso Varese-Stabio.
La Oikos proponeva anche lo studio di un asse tramviario urbano da Bizzozero a Masnago realizzato secondo concezioni attuali, a cui raccordare il sistema di autobus cittadini. Oggi la città è dotata di un timido PGT che non ha affrontato i problemi di fondo organizzativi della conurbazione varesina.
Abbiamo bisogno che l’autostrada non immetta violentemente nel centro urbano. Che si realizzi un raccordo adeguato con viale Europa dove non deve essere consentito il limite eccessivo di 70 km/h ai veicoli. Il viale Europa è stato realizzato senza la necessaria separatezza del percorso veicolare dai percorsi pedonali protetti, nonostante la presenza di due scuole per bambini. È necessario rivederne la tipologia.
La reintroduzione del tram è da approfondire con l’intelligenza necessaria come è stato fatto in alcune città europee. È una considerazione che vale anche per l’accesso alla Prima Cappella e alla stazione inferiore delle funicolari. Se si vuole riflettere sulla valorizzazione della nostra montagna più preziosa e dei suoi tesori paesistici, d’arte e di storia.
La riorganizzazione della città reale, che supera i 150 mila abitanti, richiede anche l’individuazione dei suoi luoghi rappresentativi. Che non possono essere limitati alla piazza della Repubblica dove si ipotizza la realizzazione di un nuovo teatro.
In altre occasioni ho sostenuto che un teatro non esaurisce, oggi, la funzione rappresentativa dell’Area varesina. Uno spettacolo anche di alto livello non può esaurire il bisogno civile di incontro, di confronto, di progetto. Como con il suo limitato impianto congressuale di Cernobbio soddisfa una esigenza reale che riscuote consensi e rilievo anche internazionale. Varese dovrebbe puntare a sua volta su un Centro congressuale articolato e flessibile per svolgere anche una funzione teatrale come avviene in altri Centri congressuali in Europa e nel mondo.
Ritengo personalmente che una rilevante spesa per la realizzazione di un edificio limitato a un ruolo circoscritto di teatro non consenta altre importanti, più significative opere di rilievo culturale, economico, sociale come appunto sarebbe un Centro congressuale.
Ho proposto alcuni anni fa un’idea preliminare localizzata in vista dei laghi e del monte Rosa, facilmente raggiungibile, lungo un viale che valorizzi la via Metastasio, dal centro cittadino e da villa Mirabello. Affacciato nei pressi del viale Europa. Segno rappresentativo della Varese reale, della Varese associata.
Sì, credo che anche di questi problemi, di questi desideri si debba parlare, andando oltre più generali proposte amministrative.
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