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Opinioni

PORTIAMO IL GONFALONE A ROMA

LUISA OPRANDI - 21/01/2012

Per i varesini in visita alla Città Eterna, per gli studenti delle scuole in modo particolare, non potrà non essere una tappa obbligata, a partire dal prossimo febbraio, la visita al Gianicolo, dove nel 1849 la Repubblica Romana difese la propria indipendenza dai francesi. Nel vasto parco, elevato a memoriale del Risorgimento fin dalla fine dell’Ottocento, allorché vi venne costruito un primo monumento, oggi scomparso, dedicato ai caduti per la causa di Roma Italiana, sono state infatti nel tempo collocate le statue di Garibaldi e di Anita, un ossario dedicato ai caduti della Repubblica Romana, la tomba di Mameli e oltre ottanta busti raffiguranti eroi garibaldini.

Dal prossimo 9 febbraio, sul colle romano troverà sede anche un cippo marmoreo, un leggio in travertino, opera di un marmista del Verano, in memoria di Francesco Daverio, Enrico Dandolo ed Emilio Morosini. I loro nomi sono già incisi nel sacrario romano e il busto di Daverio è già tra quelli presenti nel pantheon risorgimentale. Ma i membri del Comitato “Varese per l’Italia XXVI maggio 1959” hanno voluto siglare ulteriormente la riconoscenza storica e morale che la nostra città attribuisce ai giovani varesini che hanno dato la vita per i valori della libertà, della democrazia e della patria.

Una città, la nostra, che non può non essere orgogliosa del fatto che proprio sul campanile della chiesa di Biumo Inferiore sia sventolato per la prima volta il tricolore e che non può non riandare con la memoria del cuore al fatto che la strada dell’unità nazionale ebbe inizio proprio qui, nei nostri luoghi, con la memorabile battaglia del 1859. La tenacia dei membri del Comitato, che hanno fortemente voluto offrire questo ulteriore importante tributo ai giovani eroi del Risorgimento proprio nella città capitale dello stato unitario per cui hanno dato la vita, rischia però di essere penalizzata dal fatto che, nonostante la presenza assicurata del Sindaco e da diversi cittadini, che vi si recheranno a titolo personale, forse non sarà possibile accompagnare la cerimonia con l’esposizione del gonfalone del Comune. Almeno fino al momento in cui scriviamo il timore è ancora fondato. La ragione pare sia strettamente economica, stando alle risposte fornite agli organizzatori: non sono disponibili i fondi perché l’Amministrazione possa coprire i costi per un vigile con l’incarico di gonfaloniere.

“Eppure – spiega Luigi Barion, presidente del Comitato – abbiamo la disponibilità di un vigile che rinuncerebbe alle spese di trasferta e per il quale sarebbe esclusivamente necessario coprire i costi del viaggio”. Di fronte al valore etico di una memoria storica di grande portata come quella della nascita dello stato nazionale e al significato non solo commemorativo riconosciuto al sacrifico di giovani varesini, che rappresentano l’entusiasmo, gli ideali, l’amore per questa nostra terra durante la lotta risorgimentale e che ha aperto la strada a tutte le forme di difesa della libertà e della democrazia, la disquisizione sul costo di un viaggio a Roma riesce a farci sentire poveri. Tremendamente poveri e non certo in termini monetari. Pur riconoscendo tutte le fatiche cui le amministrazioni locali sono chiamate dal momento contingente, è auspicabile che in tempi ragionevoli possa comunque essere trovata una soluzione per non negare la possibilità che il gonfalone di Varese ci sia, a rappresentarci assieme al Sindaco, sul Gianicolo. Ma il solo fatto che sia posta la questione per dirla con Dante “fa tremar le vene e i polsi”. E se fosse proprio impossibile che le casse comunali rispondano al costo, credo che assessori e consiglieri comunali potremmo destinare un parte del nostro compenso per rispondere alla necessità economica posta, peraltro non particolarmente gravosa. Sarebbe bello che sul Gianicolo il nostro stendardo cittadino si accompagnasse a quello della Provincia e della Regione. Perché la nostra storia è la tradizione più forte, quella che accomuna ogni differenza, è il valore nel quale riconoscersi in nome di una appartenenza comune. Bernardo da Chiaravalle, nel medioevo, diceva che noi uomini del presente siamo come nani sulle spalle di giganti. Ci fa bene, spesso, non dimenticarlo.

Per sovvenzionare l’iniziativa, l’associazione “Varese per l’Italia” ha aperto una sottoscrizione popolare (Banca Popolare di Bergamo, Codice Iban IT92C0542810801000000004545

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