Agosto con la sua grande festa di metà mese, pausa brevissima che ci proietta verso la grande ripresa lavorativa e tutti gli impegni richiesti dalla quotidianità, potremmo paragonarlo anche a una sorta di Capodanno estivo.
Può accadere infatti che alla fine delle grandi vacanze ci si butti di nuovo nella mischia con fieri propositi, con obiettivi irrinunciabili o che ci stuzzicano in modo particolare. Finirà tutto o quasi in niente, resta il fatto che in questi anni grami idee, prospettive o semplici speranze di cambiamento possono regalare momenti di serenità e fiducia in noi stessi.
Attaccando al chiodo il mio computer e guardando alla ripresa settembrina di una molto operativa Legione Straniera del giornalismo varesino, appunto il nostro francescano clan on line e radiofonico, anche io mi sono detto che sperare si deve nonostante il declino sociale, economico, morale e politico della nostra comunità.
Un declino che certamente non ha specifiche cause varesine ma nel quale è noto che possiamo rilevare pesanti negatività dovute allo storico disinteresse, una volta esercitato il diritto di voto, dei cittadini nei confronti delle istituzioni locali.
In questi ultimi anni per esempio si è lasciata via libera ad affabulatori che da vari pulpiti raccontavano favole incredibili ogni volta che venivano colti in castagna nella loro attività. Nei partiti, nelle centrali dei servizi civici, della cultura, della tutela della salute, della programmazione urbanistica si sono moltiplicati i Ballisto Club. È una gara a chi le spara più grosse, a chi tende trappole nuove.
Quando noi cronisti si andava in ferie a volte sapevamo che al rientro avremmo trovato situazioni difficili ma comunque ben delineate, chiare, nel rispetto dei ruoli. Adesso siamo al festival dei colpi di scena, come l’ultimo dei ciellini che dialogano in tutte le direzioni per poter stare a galla, naturalmente senza mai accennare ai problemi che hanno creato ai varesini partecipando silenziosi al vergognoso depotenziamento dell’ospedale di Circolo o alla promessa di un faraonico centro pediatrico al Del Ponte.
I forzisti non hanno fatto rivoluzioni, continuano dunque nelle acque della mediocrità: lo ha dimostrato la vicenda del Molina dove adesso forse si spenderà di più per avere scelto dirigenti non collaudati.
Non sto suggerendo di votare al prossimo giro il PD: alla Regione infatti il partito ha addirittura un leader, ma sul piano pratico, cioè della soluzione di problemi varesini come quello della sanità, egli ha pensato al futuro senza peraltro annunciare il recupero dei tagli e dei danni di matrice formigoniana.
Solo un miracolo potrà salvare Varese da ballisti, voltagabbana e ultras del conservatorismo. La città non può giovarsi di grandi esempi come potrebbero essere il Parlamento e le metropoli se si gestissero con razionalità e maggiore dignità.
E comunque le istituzioni siamo noi, se non funzionano è anche per colpa nostra. Potremmo tornare dalle ferie decisi tutti a fare un piccolo passo, il primo per un collettivo recupero all’ordine, alla pulizia e alla sicurezza. Dobbiamo riconquistare Varese al rispetto di tutti per poi pretendere azioni efficaci da parte di coloro che abbiamo scelto per rappresentarci.
Non si può accettare che sia la politica a farci retrocedere. Pretendiamo lealtà e chiarezza, basta con le bugie e le trascuratezze, più dialogo e verità.
Si annuncia una grande corsa al potere cittadino, c’è il rischio pure di ammucchiate destinate al fallimento. Non va dimenticato che una minoranza forte e preparata è un patrimonio eccezionale per la città. E che Varese si è data anni molto positivi grazie allo spessore di chi la rappresentava in consiglio comunale.
A chi poi oggi vanta la difesa di particolari valori ricordiamo che il grande ospedale cittadino ha vissuto una splendida epopea avendo ai vertici un cattolico come Dante Trombetta e un comunista come Renato Morandi. Il loro servizio all’uomo e alla città sempre venne prima di quello al partito.
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