Viene invocata da più parti la sperimentazione da parte delle pubbliche istituzioni di modalità diverse dall’uso dell’autovettura privata perché i cittadini possano efficacemente godere dei servizi e delle bellezze che l’area varesina offre.
Continuo a lamentarmi per la mancanza di sufficienti informazioni da parte di chi gestisce la politica, soprattutto nel capoluogo: ho letto sui quotidiani locali in passato come il Comune di Varese avesse in animo di trasformare la azienda di trasporto pubblico AVT in una società che promuovesse il car sharing.
Non ho più saputo niente di questa interessante proposta. Può essere certamente colpa mia di essere un cattivo lettore ma, in ogni caso, mi dolgo per la mancanza della instaurazione di un forte dibattito aperto su questo tema da parte del Comune capoluogo. Trovo che questo possa avere grande importanza per Varese e per la sua area.
Non dobbiamo essere schiavi del mezzo di locomozione privato. È giusto che questo possa servire ad una pluralità di persone e non debba essere di proprietà esclusiva. In passato, grazie al contributo della Fondazione Cariplo che aveva consentito al Comune di Varese e all’associazione Varese Europea che venissero realizzate giornate di studio sulla funzione del mobility manager delle imprese private e di quelle pubbliche (anche con Euromobility), con viaggi in città europee innovative e con convegni, si erano principiate iniziative importanti e di spessore. Si erano portate anche esperienze locali di car sharing privato. Tutto ciò con il cambio solo di un assessore più illuminato è stato abbandonato e sepolto.
Peccato e confido che questo tesoro di esperienze possa non andare perduto e possa servire per riavviare, in breve tempo, una feconda discussione nelle associazioni private e nelle istituzioni pubbliche. Venga tenuto in conto che, dell’Associazione Varese Europea – aperta al territorio varesino –, il prossimo settembre, verrà convocata un’assemblea per l’elezione delle nuove cariche associative. Assemblea alla quale vorrei partecipassero numerose persone rappresentanti dei partiti presenti nelle istituzioni democratiche come del terzo settore.
Mentre di Varese non si riesce a comprendere la ragione delle iniziative istituzionali, notiamo come a Milano ci sia un certo movimento effervescente. Dopo le biciclette e le automobili, arriva lo sharing anche degli scooter. Quelli elettrici non saranno imposti dal Comune, ma, secondo, l’assessore Maran, dal mercato e dalla sensibilità dei cittadini.
Milano sta per varare la più grande flotta di veicoli in condivisione del mondo. In occasione di Expo, il capoluogo lombardo compie un altro passo decisivo verso quella rivoluzione della mobilità cittadina che rappresenta un punto centrale nel progetto dell’amministrazione Pisapia. Dopo il bike sharing e il car sharing, ai milanesi viene offerta una terza possibilità di muoversi in modo alternativo: lo scooter sharing.
L’ipotesi di utilizzare scooter elettrici è stata per ora scartata da Eni per via delle lacune logistiche ancora presenti a Milano, che avrebbero reso poco funzionale il servizio. La compagnia ha optato per degli scooter ibridi con bassi consumi che permettono di coprire 50 chilometri con un litro.
Milano ha quindi realizzato quanto aveva promesso. È la prima città italiana ad avviare il servizio di scooter sharing. Dal 15 luglio scorso una flotta di 150 Piaggio MP3, grandi e capaci, è a disposizione dei clienti Enjoy della metropoli ambrosiana. Con le auto Fiat 500 e 500L va a completare un terzetto di veicoli italiani per il consorzio voluto da Eni con la collaborazione di Trenitalia e Fiat. Chiunque sia registrato a Enjoy può “prendersi” uno scooter Piaggio MP3 liberamente parcheggiato per le strade. Dopo lʼiscrizione, si accede allʼApp (da smartphone, pc, tablet) per trovare dove gli scooter a tre ruote della Piaggio sono liberi e, nel caso, se ne può prenotare uno al prezzo di 10 centesimi di euro al minuto.
A Milano in occasione di Expo è stato lanciato il servizio di car sharing elettrico e-vai, l’unico operatore attivo all’interno del sito espositivo e nelle zone limitrofe. Dotato di oltre cento vetture in prevalenza elettrica, il servizio punta a favorire un migliore collegamento con più di 70 punti strategici sparsi in tutta la Lombardia (tra cui gli aeroporti di Malpensa, Orio al Serio e Linate) e per incentivare i turisti stranieri a visitare altre località turistiche della regione in occasione della visita ad Expo.
La riduzione delle emissioni nelle aree urbane passa attraverso la diversificazione delle modalità di trasporto e la promozione di politiche e interventi che vedono le amministrazioni pubbliche protagoniste del cambiamento. Il sempre maggiore utilizzo di auto elettriche nelle città italiane è stato favorito negli ultimi anni anche da innovative forme di partenariato con il settore privato, capace di dare una spinta decisiva verso una maggiore sostenibilità dei sistemi locali di trasporto.
Mentre a livello europeo numerosi progetti (tra cui gli Evue I e Evue II di Urbact) si stanno focalizzando negli ultimi anni sugli effetti urbani della rivoluzione elettrica già in corso da anni nei sistemi di mobilità urbana (dagli adeguamenti infrastrutturali alla differenziazione dei sistemi di parcheggio), in Italia l’impatto di tali tipologia di trasporto sulla riduzione di traffico e inquinamento atmosferico è ancora relativo ma numerose amministrazioni locali stanno impegnandosi direttamente per ridurre l’impatto ambientale delle proprie flotte.
È il caso di Lucca, che attraverso i finanziamenti del bando regionale sulla mobilità elettrica, si è recentemente dotata di nuove autovetture elettriche destinate oltre che all’amministrazione locale anche a Provincia e Arpat. Lo stanziamento complessivo di 225mila euro ha consentito anche l’installazione di tre colonnine di ricarica e postazioni per l’uso condiviso di tali vetture da parte di diverse istituzioni pubbliche. A questo progetto si aggiungono altre misure, sostenute dallo stesso finanziamento regionale, di promozione della ciclabilità sia tradizionale che elettrica, quest’ultima grazie a punti di ricarica ubicati lungo l’autostrada ciclabile della Via Francigena che collega i comuni di Lucca, Capannori e Porcari. Il miglioramento della mobilità può avvenire quindi anche in funzione turistica o, più in generale, di un cambiamento degli stili di vita dei residenti.
Genova sta puntando sulla promozione degli scooter elettrici per ridurre ingorghi stradali e favorire modalità di trasporto sostenibile e un modello economico replicabile attraverso il progetto europeo Electra.
L’iniziativa, realizzata nell’ambito del programma Intelligent Energy Europe e che vede tra i suoi partner per l’Italia anche Firenze, ha favorito il dialogo tra amministrazione locale e stakeholder del territorio interessati a promuovere nelle rispettive categorie dei modelli innovativi di trasporto a partire dagli scooter elettrici. Operatori commerciali, scuole, aziende, media locali e gestori delle infrastrutture elettriche sono stati coinvolti in un piano di sensibilizzazione della cittadinanza per far incontrare domanda e offerta attraverso incentivi e facilitazioni.
La riduzione delle emissioni di anidride carbonica a livello locale è l’obiettivo che Modena punta a raggiungere attraverso la sua partecipazione al progetto europeo Transition City, che ha consentito l’acquisto e l’utilizzo sperimentale di microcar elettriche per gli spostamenti del personale comunale.
Il progetto, che coinvolge in Italia anche la città di Bologna, sta coniugando la sperimentazione di nuove strategie in tema di mobilità pulita al più ampio piano d’azione legato alla promozione della smart city.
Finanziato dalla Europe’s Climate KIC Initiative, il progetto contribuisce in diverse città italiane ed europee a soddisfare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 posti dal Patto dei sindaci, che prevede entro il 2020 una riduzione del 20% della CO2 prodotto all’interno dei contesti urbani firmatari attraverso la predisposizione di piani energetici sostenibili locali.
A Napoli sono invece i servizi di car sharing a puntare sulla mobilità elettrica, per promuovere l’utilizzo di innovative tipologie di veicoli per spostamenti di breve distanza. A Napoli grazie al servizio Bee è possibile circolare liberamente nell’intero centro cittadino, incluse le zone a traffico limitato, grazie ad un abbonamento che consente di pagare soltanto per l’uso effettivo dell’auto. Il progetto, che si basa su undici punti di ritiro e consegna dell’auto, punta ad integrarsi con il sistema di trasporto locale e a favorirne l’uso anche in funzione turistica grazie ad un sistema di convenzioni con gruppi e catene alberghiere del centro cittadino.
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